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IL BUON CUORE 307


di benessere sociale, tal fatto si verifica in modo più tangibile e più determinante riguardo all’emigrazione.

Vi è in questo fenomeno tal mutevolezza di condizioni, tal molteplicità di casi i più originali, di interessi i più disparati, vi sono tali difficoltà di ambiente, che qualsiasi legislazione e provvidenza di Governo, non potrà mai arrivare a supplire a tutto ciò che è necessario per il suo buon andamento, e perchè dia resultati adeguati: ma occorre assolutamente l’iniziativa privata che, multiforme, plastica, diffusa, attingendo l’energia e la forza di volontà a superiori ideali di civiltà e di patriottismo ed al suo medesimo interesse, secondi l’azione cui il Governo dà l’intonazione e l’appoggio, e che solo incompletamente, in alcune materie ed in alcuni luoghi, può direttamente esplicare.

La nostra emigrazione è povera e di cultura molto bassa: nondimeno insieme ad essa, in minori proporzioni, si è accompagnato sempre un elemento più colto, più capace; è da questa parte più elevata dell’emigrazione che deve venire l’assistenza, la guida all’altra parte meno capace; non bisogna attender l’aiuto dal di fuori, è negli stessi elementi nazionali della nostra emigrazione che si trovano le forze atte a provvedere al suo prospero avvenire.

L’importanza che questa iniziativa privata ha riguardo al bene della nostra emigrazione, apparisce evidente, anche da un sommario esame delle condizioni e dei bisogni di quella, il che faremo seguendo il discorso nel quale il Ministro degli Esteri li espone per dimostrare l’opportunità delle disposizioni da lui proposte, e che furono sancite poco fa dal Parlamento Italiano.

Una delle disposizioni più importanti stabilite dalla nuova legge per la tutela degli emigranti in patria, prima di partire, è l’aumento del numero di Ispettori che il Ministro riconosce necessarissimo; e motiva la sua asserzione dicendo che ad essi incombe il compito di reprimere gli abusi dei rappresentanti dei vettori che sono circa 13 mila, sorvegliare l’emigrazione clandestina che raccoglie circa 30 mila persone, dare consigli alle autorità locali, non sempre competenti in simili questioni, vigilare gli arruolamenti illegali, e così via, «E tanto più, prosegue, è arduo il loro compito, in quanto che i Comitati mandamentali e comunali, nella massima parte dei casi, non funzionano in modo sufficiente, mancano di competenza, e spessissimo mancano del fuoco sacro, di quel non so che è di indefinibile che accende l’animo dell’uomo e rende benefica l’opera sua Chiamati a vigilare ed a proporre che vengano repressi gli abusi dei rappresentanti, spesso interviene l’opposto. Insomma è una istituzione che nella maggior parte dei casi non ha funzionato».

Chi sa che cosa dovrebbero essere questi Comitati mandamentali e comunali, comprende, dalle veraci parole del Ministro, come venga a mancare quello che dovrebbe essere il più serio, il più diffuso Organo di efficace protezione ai nostri emigranti nei paesi d’origine, quello che dovrebbe essere il consigliere fidato dell’emigrante, che dovrebbe informarlo della convenienza di recarsi in questa o quella regione, di impegnarsi per certi lavori, di aiutarli in tutte le pratiche,

difficoltà, ed ingiustizie da cui è sopraffatto chi si accinge ad emigrare e non è pratico del viaggio.

Giustamente l’on. Di San Giuliano rileva in tal mancanza una difficoltà maggiore nel compito da adempiersi dagli Ispettori, ma è certo che l’aumento del numero di quelli non potrà mai supplire neanche lontanamente all’opera dei Comitati suddetti: ed egli finisce col dire: «Bisognerebbe, a mio credere, ricorrere, come e stato detto, alle organizzazioni esistenti, e dovunque e possibile, ad uomini volonterosi».

Ecco che anche in Italia stessa, dove l’azione governativa agisce nell’ambiente il più favorevole possibile, dopo vani tentativi esperiti, si è costretti a riconoscere che l’iniziativa privata, spontanea, si presenta come l’unico mezzo valido di assistenza agli emigranti. Noi vogliamo sperare che l’Italica Gens, ben presto giunga a supplire all’adempimento insufficiente di quel compito di assistenza, e ne dà fiducia l’elemento di cui essa sarà essenzialmente composta, i parroci, i quali più di qualsiasi altra classe assicurano un’organizzazione diffusa ovunque, e quel che più conta, efficace, essendo essi veramente in contatto col popolo, ed in condizioni di dare singolarmente ai propri parrocchiani consigli, con probabilità di essere ascoltati.

(Continua).

Educazione ed Istruzione


Moralità e gentilezza pubblica


In questi ultimi tempi, qui da noi, è stato un rifiorire di iniziative, rivolte all’educazione ed alla cultura morale del nostro popolo che, fra tanti difetti, ha pure virtù non poche di sana energia, di pazienza e di entusiasmo.

Nell’aprile u. s. avemmo, in Roma, un Congresso internazionale Pro-morale (particolarmente contro il turpiloquio, la bestemmia e la pornografia), che qualche buon frutto già diede: basterebbe la circolare Luzzatti, del i6 giugno u. s., coi relativi sequestri di libri e fotografie oscene.

Una squisita anima di straniera, la signorina Cecilia Meyer, che da 30 anni almeno dedicò la sua vita alle buone cause popolari, fondando — con una indovinatissima, raffinata idea — la Pro-Gentilezza, ha fatto un gran passo per l’elevazione spirituale del nostro popolo e non solo del popolo! Ed ogni giorno son nuove iniziative che a queste s’aggiungono.

Ormai tutti sanno della fondazione che, dal 22 maggio è un fatto compiuto, della Pro-Morale, che già da Noma si espande ed impianta delle sezioni nelle varie città d’Italia ed all’estero, come il suo titolo di Internazionale richiede, e che si propone di raccogliere, in un solido fascio, le locali forze operanti per la soluzione serena e moderna dei problemi morali.

Allato a questa sorgono altre piccole iniziative, che, sono modeste e poco cognite, non per ciò son meno