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IL BUON CUORE 303


ziale per tagliar corto con cento difficoltà formatesi più per ignoranza di cose religiose che per razionalismo vero. Ma chi avrà il coraggio di tradurre dall’inglese in nostra lingua e pubblicare un volumetto di tal sorta? Giacchè in fatto di cose librarie oggidì fra noi è tutta, quasi, una questione di coraggio, d’affrontare un rischio di capitale verso un’incognita. Comunque sia, non sarà fatica male spesa anche quella di segnalare semplicemente un libro ignoto e tanto degno di essere conosciuto e letto, e largamente sfruttato dài maestri di Religione o Catechismo che si voglia dire; invece di fossilizzarsi in quell’arido metodo di stereotipate lezioni a domande e risposte — vecchio stile — invece di escludere dall’insegnamento religioso quei soffii di modernità bene intesa che salveranno il Catechismo dal totale naufragio.

L. Meregalli.

Religione


Vangelo della domenica terza dopo la Decollazione


Testo del Vangelo.


Allora alzatosi un certo dottor della legge per tentarlo gli disse: Maestro, che debbo io fare per possedere la vita eterna? Ma Egli rispose a lui: Che è quello che sta scritto nella legge? Come leggi tu? Quegli rispose, e disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuor tuo, e con tutta l’anima tua, e con tutte le tue forze, e con tutto il tuo spirito, e il prossimo tuo come te stesso. E Gesù gli disse: Bene hai risposto: fa questo vivrai. Ma quegli volendo giustificare se stesso, disse a Gesù: E chi è mio prossimo? E Gesù prese la parola disse: Un uomo Andava da Gerusalemme a Gerico, e diede negli assassini, i quali ancor lo spogliarono, e avendogli dato delle ferite se n’andarono, lasciandolo mezzo morto. Or avvenne che passò per l’istessa strada un sacerdote, il quale, vedutolo, passò oltre. Similmente anche un levita, arrivato vicino a quel luogo, e veduto colui tirò innanzi. Ma un Samaritano, che faceva il suo viaggio, giunse presso di lui, e vedutolo si mosse a compassione, e se gli accostò, e fasciò le ferite di lui, spargendovi sopra olio e vino; e messolo sul suo giumento, lo condusse all’albergo ed ebbe cura di esso. E il dì seguente tirò fuori due denari, e li diede all’oste dissegli: Abbi cura di lui, e tutto quello che spenderai di più, te le restituirò al mio ritorno. Chi di questi tre ti pare egli essere stato prossimo per colui che incappò negli assassini? E quegli rispose: Colui che osò ad esso misericordia. E Gesù gli disse: Va è fa anche tu lo stesso.

S. LUCA, Cap. 10.


Pensieri.


Un dottore della legge interroga Gesù, per tentarlo. Meditiamo bene la forza di questa parola e lasciamo pure che la perfidia di questo contegno sconvolga, quasi, il nostro spirito. Con nessuno è lecito usare questi procedimenti, ma riflettiamo che essi furono adoperati contro di Gesù ed escogitati per sorprendere se, fra le parole di vita che uscivano dalla sua bocca e che commovevano le moltitudini, non fosse possibile trovare un’espressione che posta in mala luce, abilmente presentata, interpretata con malvagia intenzione potesse servire come capo d’accusa contro colui che portava un moto quasi ribelle, pei dottori ed i saggi ebrei, nel popolo di Palestina.

E la frase insidiosa si riveste dell’apparenza della pietà: «Che farò per ottenere la vita eterna?»

Pare non basti a costui la risposta dei libri santi, che voglia di più, di meglio, che intenda far tesoro dell’esperienza che Gesù mostra d’avere delle cose dello spirito....

Ma la domanda che sulle labbra di un Zaccheo o di una Maddalena ci farebbe sussultare di divina esultanza, ci porta un senso di amaro disprezzo sulle labbra bugiarde e vili del dottore della legge.

E chissà quante volte, durante il suo apostolato, anime volgari e perverse avran così, più o meno apertamente, abbeverato di tristezza e di sdegno il cuore di Cristo!

È un lato anche questo della passione di Gesù, e non uno dei lati meno amari!

Ci abbiamo pensato mai?

Abbiam mai riflesso a tutto quello che è costata a Gesù la predicazione del vero?

Oh, sempre, in ogni giorno del suo apostolato fu, misticamente, coronato di spine, e abbeverato di fiele trafitto nel cuore.

E ancora una volta ricordiamo che non è frase vana quella dell’Imitazione: chi vuol seguire Gesù deve portar come Lui la sua croce!

Specialmente chi lo segue, facendosi apostolo pei fratelli, sa dell’apostolato.... le gioie profonde, sì, le gioie di Gesù quando era co’ suoi diletti e fedeli, ma anche le amarezze e gli strazi più crudi....

Quale strazio più grande di quello di vedere incompresa e calpestata la luce del vero, incompresa e calpestata per animo cattivo e con mezzi sì indegni?

Gesù gli risponde di rammentare le parole della legge lo invita a ripeterle.

E il sacrilego, con il tradimento nel cuore, ripete il comando della carità: «Ama il prossimo tuo come te stesso».

Al che Gesù soggiunge: «Hai detto bene, fa questo vivrai!»

Si sarebbe dovuto sentir morire nell’anima quell’uomo alla schietta parola di Cristo; ma la sua anima era forSe già nelle tenebre e nella morte, perchè non ha un moto di comprensione e non cura che di coprire, di nasconder sempre di più la sua malvagità.

Egli chiede chi è il suo prossimo. Prossimo all’ebreo era l’ebreo: ma Gesù, nella nota parabola, eleva ed estende a tutti gli uomini il santo precetto d’amore.

E il dottore deve con la sua bocca, render testimonianza alla rivelazione di Cristo!...

Così egli è condotto a condannarsi da sè: quella carità doverosa con tutti gli uomini egli non sa averla nemmeno secondo le limitazioni del concetto corrente fra i suoi connazionali. Egli dice: sì, devo amare tutti aveva parlato per tentare Gesù, un ebreo, perchè la luce della sua virtù eccelsa era troppo abbagliante per gli occhi del dottore, degli Scribi e dei Farisei.... Oh, Signore!

Gesù ha un’altra parola buona per il dottore: lo invita ad attuare nella vita, ciò che ammette con l’intelligenza ad armonizzare la mente ed il cuore: a Và, fa tu pure lo stesso n, è il consiglio divino al dottor della legge....

Il Vangelo, quel divino consiglio, l’ha scritto e conservato per noi....