Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 35 - 27 agosto 1910.pdf/4

276 IL BUON CUORE


dice: Non piangere. Certo nessuno di coloro che accompagnavano il figlio unico di lei alla sepoltura aveva ardito di dire all’infelicissima: Non piangere, perchè nessuno poteva togliere la causa delle sue lagrime. Gesù solo può dirlo. Egli solo può efficacemente consolare la sventurata!

La compassione degli uomini divini non è sterile mai. Le loro parole sono come un sacramento: operano quello che significano.

Che conforto sapere ciò su questa povera terra che germina triboli e spine sulla strada d’ognuno..., che conforto saper ciò perchè, nell’ore del dolore, a noi è venuto il dolce sollievo, delicato, materno, divino!

Oh, non è vero che tutti quanti fra noi han trovato un simile aiuto han poi dovuto, sia pur fra le lagrime, benedire Iddio?!

Non è vero che a tutte le anime in duolo noi si vorrebbe poter indicare dove, per essi, c’è conforto verace?

Che differenza fra le condoglianze di uno spirito profondamente religioso e le condoglianze di chi non crede e non spera!

Abbiamo mai meditato su ciò?

Come si tocca con mano che nei grandi dolori della vita solo la fede può parlare con sicurezza e confortare con efficacia!

Beati coloro, che, pellegrini sulla terra, son però sempre pronti a sentir la voce di Dio nel loro cuore; quella voce parlerà anche nell’ora dello strazio, parlerà dentro nel cuore, parlerà nella voce dei buoni.... e nell’una e nell’altra forma Dio verrà a consolare l’anima che lo ama. Educazione ed Istruzione


L’ELEZIONE DEL NUOVO RETTOR MAGGIORE

della Congregazione Salesiana


Nel giorno preciso in cui si compiono 95 anni dalla nascita del fondatore della Società salesiana, presso la sua tomba a Valsalice si sono riuniti i membri del Consiglio superiore e gli ispettori delle varie case salesiane per procedere alla nomina del secondo successore di don Bosco, carica rimasta vacante per la morte di don Rua.


Il Congresso elettorale.

Il Congresso elettorale, se così lo si può chiamare, era già stato convocato da don Rua stesso per il 24 luglio scorso, scadendo appunto quest’anno, per compiuto sessennio, tutte le alte cariche del Capitolo Superiore, compresa quella del Rettore maggiore; ma, intervenuta la sua morte, il Congresso venne dal prefetto generale rinviato ai giorni 15 e 16 agosto.

Gli elettori, in numero di 73, convennero a Torino da ogni parte del mondo e parecchi dall’America, come mons. Costamagna, vicario apostolico di Mendez e Gualquiza, e mons. Fagnano, prefetto apostolico della Terra del Fuoco.

Fin dalla sera precedente dopo una breve funzione religiosa, celebrata nella chiesa del Seminario delle missioni estere di Valsalice, una Commissione appositamente nominata, procedeva alla verifica dei titoli di ciascun elettore. In seguito il pro-rettore maggiore don Filippo Rinaldi dava lettura delle norme statutarie che regolano i lavori
del Consiglio generale, leggendo inoltre un autografo di Pio X, col quale il Santo Padre mandava la sua benedizione, esprimendo voti per il felice esito delle elezioni. Anche il cardinale Rampolla, protettore dei Salesiani, aveva mandato una lettera d’augurio di cui si diede pure lettura.

Terminate queste pratiche preliminari i lavori vennero sospesi e rinviati al giorno successivo.

La prima funzione del mattino fu un solenne funerale in suffragio di don Rua, celebrato da mons. Fagnano nella chiesa delle missioni estere. Vi assistettero tutti i membri del Consiglio generale e gli ispettori che, a cerimonia compiuta, si raccolsero nuovamente in seduta plenaria per procedere alla nomina del rettore maggiore col metodo della scheda segreta.


Il responso dell’urna.

Due correnti di aspirazioni e di preferenze si erano andate delineando fra gli appartenenti alla Società salesiana fin dalla morte di don Rua; una facente capo a don Filippo Rinaldi, prefetto generale della Congregazione da molti anni, e l’altra a don Paolo Albera, direttore spirituale di tutta l’Opera salesiana dal 1892 sino ad oggi ininterrottamente; in questi ultimi tempi però i fautori di don Albera erano andati aumentando sì che si prevedeva ormai la sua elezione a grande maggioranza.

L’elezione, incominciata alle ore 10.30, alle 10.55 era già compiuta. Si iniziò subito lo scrutinio e fin dalle prime schede apparve infatti palese la preminenza di don Albera. Infatti su 73 votanti, egli ottenne 46 voti, mentre erano sufficienti 38 per essere eletto, cioè la metà più uno dei votanti. Gli altri 33 voti andarono divisi fra don Rinaldi, don Cerruti, don Bertello e altri. Alla proclamazione dell’esito scoppiò un applauso fragoroso nella sala. Don Albera è il nuovo rettore maggiore dei Salesiani e tutti i delegati si alzano in piedi per rendere il primo omaggio al secondo successore di don Bosco.

Il momento è veramente solenne. L’eletto vorrebbe dire un grazie ai suoi elettori, ma non riesce ad articolare parola per la grande commozione. E l’applauso si ripete più lungo e insistente.

La notizia venne immediatamente telegrafata al Pontefice e al cardinale Rampolla e, più tardi, comunicata al cardinale arcivescovo, al prefetto e al sindaco di Torino.


La nomina del Capitolo.

Nel pomeriggio i delegati si riunirono nuovamente per procedere alla nomina del Capitolo superiore. Riuscirono eletti: don Rinaldi, prefetto generale; don Bertello, economo; don Barberis, catechista; don Cerruti, don Piscetta e don Vespignani, consiglieri.

La nomina di don Albera a rettore maggiore e la riconferma dei membri del Capitolo superiore, per quanto non inattese, sono state apprese con vivo compiacimento dalla Società salesiana.

L’eletto d’oggi è, in ordine di tempo, come si è detto, il terzo superiore generale della Congregazione salesiana. Don Bosco, il fondatore, in virtù di uno speciale decreto della Santa Sede la governò fino alla sua morte. Il secondo superiore generale fu don Rua, nominato da don Bosco suo vicario generale con diritto di successione fin dall’8 dicembre 1885. Morto don Bosco, Leone XIII confermò don Rua nella carica di rettore maggiore, nel quale ufficio venne riconfermato nel 1898, reggendo così le sorti della pia Società salesiana sino alla sua morte per circa 22 anni.

Don Paolo Albera è uno dei più antichi allievi salesiani ed è stato tra i più apprezzati da don Bosco. Si dice che il fondatore dei salesiani lo avesse pronosticato suo successore in un convegno avvenuto a Borgo