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Anno IX. | Sabato, 20 Agosto 1910. | Num. 34. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Beneficenza
Un grave problema |
femminile e sociale. |
Sotto questo titolo, una distintissima scrittrice, la signora Graziella Monachesi, ha pubblicato uno studio veramente bello e interessante nella Perseveranza, la quale — come afferma anche un esimio Prelato — è uno dei pochissimi giornali che possan dirsi seri.
Riportiamo lo studio della Monachesi, facendo seguire qualche commento alla parte più difficile, quella delle cause del male da lei deplorato e dei rimedi adatti a combatterlo.
⁂
Il dissolvimento della famiglia.
Non sentiamo, infatti mancare, giorno per giorno, intorno a noi, un gran bene che nulla può colmare? Non sentiamo un’irrequietezza penosa, una nostalgia lacerante per gioje che, ogni aspirazione soddisfatta, nel cammino tormentoso dell’esistenza, non ci sa dare e che rimangono, in fondo al nostro spirito, come germi di fiori meravigliosi, condannati ad isterilire nel bujo e a disseccarsi, per mancanza di calore e di luce? La fretta della conquista, l’avida brama di giungere, non ci fanno riflettere sulla causa di questi turbamenti misteriosi dell’anima, di cui avvertiamo solo l’amarezza sconsolata e per i quali, quando crediamo di esserci riavuti, proviamo lo sconforto di chi, salvo per miracolo da una gran burrasca, si accorga d’aver perduto in essa, irrimediabilmente, i beni che gli erano più cari. Eppure la causa è talmente prossima a noi e così vicina ed immediata, da meravigliarci come non si abbia pensato a tempo a scongiurarla; essa è il disgregamento della famiglia. Mai, come oggi, in cui c’è maggior bisogno di forza morale, per progredire, e di soavità d’affetti, per rinnovellare energie abbattute ed entusiasmi spenti, la casa ha mancato al suo compito, alla nobile missione d’educatrice severa, di guida sicura, d’amica generosa e costante. Le cause di questo gran male sono infinite e molteplici; sembra che mille raggi di fiamme divoratrici convergano, da tutti i punti, sul focolare domestico, per distruggerlo e, la donna stessa, la gentile signora della famiglia coopera, non voglio dire volontariamente, ma, neppure incoscientemente, alla rovina del suo regno e della sua opera più nobile.
Mi perdonino le Mamme buone, che vigilano sulle ansie dei figli, per riafferrare, con la dolcezza divina del loro amore, il dominio del consiglio e delle lacrime che solo si versano, anche quando il mondo ci crede uomini, sul loro seno; mi perdonino le spose, che sentono di non saper più trasfondere, nella carezza dell’affetto, un colore più potente delle mani gentili, quello