Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 31 - 30 luglio 1910.pdf/3


IL BUON CUORE 243


Padre Villoresi fu ospite del Rosmini per circa sei mesi a Rovereto.

La sua predilezione fu sempre per i poveri, e in ogni intrapresa, in ogni congiuntura, attraverso a grandi difficoltà, a indicibili amarezze e a contrasti impreveduti, non curò i falsi giudizi degli uomini e confidò soltanto in Dio.

Egli morì in Fabbrica Durini (Brianza) il 17 giugno 1883 colla benedizione del S. Padre e dell’arcivescovo di Milano.

Rimpianto da tutti, fu dagli intimi segnalato qual santo. Ai suoi funerali intervennero più di quattrocento sacerdoti, e quelli che erano più competenti a giudicarlo, dissero che il Padre Villoresi fu uno di quelli uomini grandi che Dio suscita in ogni secolo sulla terra a vantaggio della Chiesa e della società.

Ora, trattandosi di erigergli un ricordo monumentale, ci piace riportar qui l’espressione del sentimento di un distinto sacerdote che del venerato Maestro fu degno allievo.

«Tu mi chiedi notizie intorno al Padre Villoresi.... Un’anima grande e santa, formata sullo stampo del Rosmini. Se sapessi e dovessi scrivere degnamente delle sue virtù, sarei costretto a metterti lì un grosso volume. La sua imagine e la sua vita sono sempre vivissime nell’anima mia. Egli fu proprio uno di quegli uomini che la Provvidenza manda a volte sulla terra per ravvivare la fede nelle anime e richiamarle efficacemente dalle false imagini di bene al Bene Eterno. E’ consiglio profondo della stessa Provvidenza che tali uomini abbiano il battesimo della persecuzione, e, di solito, proprio da coloro dai quali meno si aspetterebbe. E il Padre Villoresi si ebbe quel battesimo, e fu, si può dire, battesimo di sangue. Ma è da soggiungere che, appunto per questo, non solo Egli fu un santo, ma altresì un promotore efficacissimo di un bene immenso nella diocesi milanese e più particolarmente nella sua nativa Monza. Tuttavia, neppure quando più fiera si scatenava la tempesta, a noi chierici, che lo vedevamo di continuo, fu mai dato di sorprenderlo menomamente alterato nella sua abituale serenità e dolcezza. Egli possedeva il segreto dei santi: dissimulare colla carità le pene più atroci e sfogarsene solo con Dio. Ad un sacerdote che voleva fare del Maestro una pubblica difesa, disse: «Preferisco fidarmi di Dio e abbandonare a Lui la mia difesa, perchè sento che in silentio et in spe erit fortitudo nostra».

Era così un incomparabile esempio di carattere forte e dolce ad un tempo. Con una dottrina filosofica di suggestiva chiarezza, attinta direttamente alle limpide fonti del grande Rosmini, quel Maestro presentava ai discepoli una vita tutta informata al più eroico amore della verità nella carità, sicchè nella mente e nel cuore dei chierici doveva rimanere come un ideale che li avvicinava al Maestro divino. E i discepoli, divenuti sacerdoti e sparsi in gran numero nella vasta diocesi milanese, serbano perenne in cuore la cara e dolce imagine paterna da cui presero lo spirito della santa vocazione, e ritornando a Lui col pensiero, rivivono i giorni più belli e sereni della loro vita.

Dobbiamo anche citare una testimonianza resa dal rimpianto arcivescovo Calabiana al Villoresi nell’incoraggiare un sacerdote nella sua vocazione: «Io ringrazio ogni giorno la Provvidenza di avermi dato un Padre Villoresi, e qualunque vescovo al mio posto non potrebbe a meno di apprezzare altamente un tale beneficio».

Il Comitato promotore del ricordo monumentale, recentemente ricostituito per colmare dei vuoti causati da perdite dolorose, e confortato dall’approvazione di S. Em. il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, è così composto:

Rossi mons. Paolo, arciprete di Monza — Annoni Aldo — proposto Anselmi Ottavio — Antonietti Carlo — Belgeri mons. Ambrogio — Biffi sac. prof. Adolfo — Bosisio sac. Pietro — Bozzi Enrico — Casanova mons. cav. Luigi — Cazzaniga sac. prof. cav. Cesare — proposto Colnaghi Carlo — padre Crippa Antonio — Gerosa cav. Alessandro — De Giorgi mons. professore Alessandro — Mattavelli padre Giovanni — proposto Mezzera Romildo — Orsenigo sac. Cesare — proposto Orsenigo Giuseppe — Pennati rag. Alessandro — Pini nob. rag. Carlo — Rusconi sac. professore Pietro — proposto Pietro Sommariva — Strazza sac. Gaetano — Tagliabue Giuseppe — Talamoni sacerdote prof. Luigi — Villa Gerardo — Villoresi ingegnere Giuseppe — Vitali mons. comm. Luigi.

Per l’esecuzione del progetto, venne prescelto il bozzetto presentato dal valente quanto modesto scultore prof. cav. Francesco Confalonieri, degno allievo del Vela e autore dei due monumenti a Pio IX, del monumento eretto in Lecco al Manzoni e delle statue innalzate in Milano al Rosmini e allo Stoppani.

A seconda del risultato della sottoscrizione tuttavia aperta nella speranza di un nuovo slancio degli ammiratori del Villoresi, il Comitato si riserva di fare qualche aggiunta al progetto del Confalonieri, come un bassorilievo che raffiguri col personaggio principale tra i suoi allievi, anche il defunto fratello don Giosuè e il rimpianto cooperatore don Antonio De Ponti.

Così, nel giardino esterno del Collegio di S. Giuseppe in Monza, rivivrà nel bronzo la figura alta e maestosa del grande Educatore che, colla sua presenza, col suo sguardo, colla sua parola, col suo esempio, esercitò un fascino irresistibile, un’autorità superiore, una forza sovrana d’amore.

Angelo Maria Cornelio.


La sottoscrizione.

L’accenno alla sottoscrizione tuttavia aperta, ci ha fruttato alcune offerte che qui pubblichiamo.

N. N., in memoria del venerato Proposto Catena |||
 L. 15 ―
Cav. ing. Luigi Silva |||
   » 5 ―
Luisa Silva Candiani |||
   » 5 ―
Caterina Candiani Biffi |||
   » 5 ―
Rag. Ronchetti |||
   » 5 ―
Giuseppina Ronchetti Silva |||
   » 5 ―


La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.