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212 IL BUON CUORE


Lo spirito di Cristo rivive ne’ Santi ed essi perpetuano nel mondo i dolci miracoli di Gesù... è Gesù che in essi, avvicina ancora i ciechi anelanti alla luce, e loro rivolge la dolce richiesta: Che volete che io vi faccia? E’ ancora Lui che in essi accoglie quel grido: S’aprano gli occhi nostri! Lui che si commove, che tocca le anime e le trae a sè....

Oh, quando Dio ci visita così da vicino in uno dei Santi suoi, non abbiam più timore di chiedere troppa luce, troppo conforto... unico ostacolo ad aver molto è la nostra piccolezza, la nostra limitazione... dilatiamoci, poi, come i ciechi, chiediamo il più, il meglio... l’avremo.

E i ciechi vedono al tocco di Gesù: ora sanno chi è colui che le turbe festeggiano, ora credono in Lui, perchè hanno sperimentato il suo potere divino.

Anche qui, una meditazione profonda s’impone.

Dapprima i due ciechi non conoscon personalmente Gesù: essi lo implorano perchè odon gente che lo festeggia ed esalta; ma poi, quando per lui apron gli occhi alla luce, che mutamento, che ardore nel loro sentimento per Gesù: allora essi lo seguono.

Ogni cognizione nostra ci deve, dapprincipio, essere insegnata e anche la religione s’acquista per tradizione; me essa diventa nostra, quando spiega in noi la sua fecondità spirituale.... Non basta ripetere ciò che altri dicono; quel che noi diciamo deve essere vissuto da noi, deve rispondere a una nostra esperienza! Dio ci ama! Bella, bellissima cosa, ma che vale se la ripetiamo la frase, perchè l’abbiamo imparata, perchè ci parrebbe mostruoso dire il contrario, ma in noi non è la serenità, la calma, la fiducia, che vengono dalla esperienza interiore di questo amore divino per noi? Quante persone si dicono pie a parole e non lo sono con la vita! Sarebbe ancora così se la religione non fosse solo una tradizione, ma anche fede vissuta, sperimentata, toccata con mano?

Oh, invochiamo per noi e per i fratelli tutti questa fede intima, forte, davvero nostra, davvero vita della nostra vita!

Imploriamola come il più grande dei beni, come la somma fra le grazie.... Se tutti i cristiani credessero di questa fede, che rifioritura spirituale si vedrebbe sulla terra, come sarebbe magnifico lo spettacolo della società cristiana e vicino e alle porte il giorno del Signore!

Oh, specialmente chi ha cura di anime, ogni sacerdote, ogni madre, ogni educatore, ogni cristiano insomma, si convinca della necessità di questa fede viva e vissuta e vivificante e la nutra in sè e la irradii intorno a sè. Ogni chiesa, ogni famiglia cristiana diventi un centro di luce e di forza così e questa luce e questa forza purifichino e trasformino il mondo!



Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.



Educazione ed Istruzione


In tema di moralità


Abbiamo pubblicato, con breve commento favorevole, la buona circolare di S. E. l’on. Luzzatti contro la stampa immorale, ed ora pubblichiamo sull’argomento il seguente assennato articolo dettato dalla Perseveranza, che colpisce anche i periodici colpevoli di speculazione quotidiana, basata su turpitudini sminuzzate a seconda degl’istinti e del pervertimento delle folle.

«La circolare dell’on. Presidente del Consiglio per la repressione della pornografia, ha riscosso il plauso di tutti gli onesti ed in particolar modo di coloro che, avendo consacrata la loro vita alla educazione delle giovani generazioni, vedono giorno per giorno resa frustranea la nobilissima e faticosa opera loro dal dilagare della pubblica corruttela, intesa specialmente all’inganno ed alla rovina delle anime infantili.

L’on. Luzzatti ha citato molto opportunamente gli antichi Romani e il Vangelo; più opportunamente ancora ha invitato l’autorità di P. S. ad una rigida applicazione delle leggi vigenti per la tutela della moralità pubblica, e forse all’eminente sociologo — pur non sperimentandola — non è sfuggita una constatazione di fatto di gran rilievo. Questa: che l’immenso affetto alla libertà ci ha legato da gran tempo l’intelletto, tanto che ora a soli pochi articoli del Codice Penale e della Legge di P. S. è affidata la distinzione in fatto di moralità pubblica tra libertà e licenza. Il berretto frigio della formosissima virago accende ognora di entusiasmo l’accademica in eterno anima nostra, e i nostri occhi frattanto perdono di vista il fascio di verghe dei littori romani, che della cara e sacra Libertà resta pur sempre la più efficace salvaguardia.

Dio ne scampi e liberi dall’invocar nuovi provvedimenti e specialmente repressivi, sia pure in materia tanto delicata quanto bistrattata No, no: noi affermiamo semplicemente che le leggi son; ma che, pur troppo, nessuno vi pon mano. Egli è per questo che mentre plaudiamo toto corde alla eloquente invettiva di Luigi Luzzatti, contro i corruttori del pubblico costume, lodiamo ancora una volta la sapienza dell’uomo di Governo, che, per la repressione di un gravissimo abuso, non è ricorso a nuove disposizioni restrittive della libertà, esigendo invece la coscienziosa, energica applicazione delle leggi attuali.

Quanti malanni si eviterebbero, si sarebbero evitati per lo passato in Italia se le leggi che ne governano fossero state scrupolosamente applicate. Basterebbe accennare all’incalcolabile vantaggio morale che ne sarebbe derivato alla coscienza nazionale, la quale sarebbe informata ad un assai più preciso senso del dovere e del diritto, ad un assai più intimo sentimento della responsabilità sociale.

Sta di fatto che per la mancanza di questa rigida disciplina da parte della legge, la nostra coscienza sociale è oggi assai rilassata. Non soltanto esistono i