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IL BUON CUORE 199


NEL TRIGESIMO DELLA MORTE

di

Giuseppina Boselli ved. Pedrotti


In queste pagine amiche, solite a rammentare chi fece del bene, non può mancare un ricordo, un saluto affettuoso all’anima eletta di Giuseppina Boselli vedova Pedrotti, che la vita intera consacrò alle opere di beneficenza.

Adempiendo alla lettera il detto evangelico: — Se hai due vesti, danne una a chi non ne ha — Ella visse nella privazione non solo del superfluo, ma quasi anche del necessario, pur di soccorrere più generosa tutti quelli che a Lei ricorrevano.

Nessuno può conoscere il numero dei poverelli che, battendo alla sua porta, non se ne partirono mai delusi, e neppure si contano le istituzioni benefiche, gli istituti religiosi da Lei specialmente assistiti; ma
solenne testimonianza del bene grande elargito Le fu dato nel concorso ai funerali de’ suoi beneficati che resero così il dovuto omaggio a questa esistenza nascosta, trascorsa tutta nell’operare il bene.

D’ingegno pronto e di una tempra fortissima fisica e morale, la morte, a 85 anni, non la colse nè vecchia nè stanca; ma rassegnata alle ultime dolorosissime sofferenze, si addormentò tranquilla nel bacio di Cristo. Memoria tanto preziosa resti dunque tra noi, e ne inciti l’esempio! Quanto bisogno, ai giorni nostri, di queste anime veramente forti e generose! Troppo spesso la carità rifulge sotto sembianze mondane, ed è così dimenticato il precetto divino: Non sappia la destra ciò che dà la sinistra.

Ma Tu, Anima buona, avrai ora nel Cielo la mercede promessa al servo fedele, ed anche quaggiù il Tuo nome resterà a tutti sempre caro e benedetto.

E. V.



Società Amici del bene


Il grido di un cuore pietoso


Riceviamo purtroppo molte lettere che ci segnalano casi affliggenti di miserie inenarrabili, di famiglie precipitate nell’indigenza, prive di tutto, tra necessità urgenti, con bambini che soffrono; ma possiamo noi far appello continuamente alla carità dei nostri amici?

Oggi, però, non resistiamo all’impulso che ci viene dalla lettera seguente e che facciamo nostra dopo aver verificato il caso segnalatoci.

Egregio Signore,

Mi permetto rivolgermi a lei con quella fiducia che dà la sicurezza di rivolgersi a una persona di gran cuore, con quell’ardore che resta in fondo all’anima quando si ritorna d’aver visto da vicino, coi propri occhi, la più orribile miseria. Io so che ella può assai presso la onorevole Presidenza degli Amici del Bene, ed è a questa benemerita Società che a mezzo suo mi rivolgo per interessarla in pro di una disgraziata, infelicissima famiglia meritevole di soccorso e bisognosa di un aiuto pronto e generoso.

Il padre, un contabile, già in affari, appunto per affari disgraziati, è caduto in miseria e non trova occupazione, essendo da poco a Milano.
Deve dar pane alla moglie, che sta per diventar madre, e a sei creature, di cui l’ultima conta 18 mesi.

Il pane non c’è! Non c’è letto, non c’è più nulla del necessario, perchè tutto venduto, o al Monte di Pietà. La famiglia sfrattata dal padrone di casa, con nulla, neppure le suppellettili più necessarie, ha trovato rifugio in un ambiente che è qualche cosa di meno di una stalla, ove si dorme sul nudo terreno come le bestie. Può credere a tanta miseria? Io la vidi coi miei occhi: e udii i piccoli domandare il pane che non c’era e vidi una donna negli ultimi giorni di gravidanza piangere al pensiero di non poter offrire all’innocente nascituro neppure il rifugio di una culla!

La stamberga offerta dal Municipio grida contro il mancato rispetto non solo ad ogni articolo di igiene publica, ma anche contro il mancato rispetto all’uomo! Io non posso far molto, mentre bisogna strappare piccini e grandi da quell’ambiente e bisogna mettere in grado quella povera madre di mettere alla luce una creaturina, senza che maledica la sua sorte.

Bisogna che il nascituro abbia dei pannolini per ravvolgerlo e non trovi il seno materno inaridito! Io penso sarebbe necessario aprire fra gli Amici del Bene a pro di quegli infelici una sottoscrizione, ed è per questo che a lei mi rivolgo con tutta fiducia, con grande speranza. Io attendo con ansia una risposta che spero favorevole e intanto invio i miei rispetti.


Le offerte si ricevono presso la Tipografia Edit. L. F. Cogliati (Corso P. Romana, 17) e presso il signor A. M. Cornelio (Via Gesù, 8).

FRANCOBOLLI USATI

Contessa Ottavia di Revel (di cui 794 esteri) |||
 N. 4292
Don Attilio Manini |||
 N. 1000

Si accettano sempre con riconoscenza francobolli usati



NOTIZIARIO


Alla Pensione benefica. — Nel salone di quella provvida istituzione che è la Pensione benefica per giovani lavoratrici, si tenne domenica l’annuale assemblea dei benefattori con intervento di molte signore.

Il comm. Ercole Gnecchi, quale consigliere anziano, commemorò con belle e affettuose parole il defunto presidente cav. avv. Emilio Radius, ricordando le di lui benemerenze nel campo dell’istruzione comunale, nel foro e nella beneficenza, specie nella Pensione benefica, per la quale ebbe il rimpianto Radius la più affettuosa esplicazione di distinte doti di mente e di cuore.

Chiamato a presiedere l’assemblea, il signor A. M. Cornelio, facendosi interprete dei sentimenti dei convenuti, in armonia colle nobili parole pronunciate dal comm. Gnecchi, propose tra generali approvazioni la espressione di speciali condoglianze alla veneranda madre novantenne del compianto presidente.

Si passò alle nomine, ed al posto di consigliere vacante per la morte del Radius venne eletto il signor A. M. Cornelio. Alla carica di presidente fu acclamato il cav. Pietro Cavallazzi, già consigliere assai benemerito della istituzione.