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198 IL BUON CUORE


t’anni innanzi un’Ostia consacrata, e insieme certe reliquie di S. Andrea e la solita attestazione in pergamena. Per cui indirizzarono una petizione al Vicario Generale nella quale, come apprendiamo, essi domandavano


che volesse aprire o indurre ad aprire una certa cavità quadrata praticata sotto la tavola dell’altare di detta Cappella di S. Marco, nella quale cavità, a tenore di un istrumento composto e sigillato.... vi era riposto il Corpo di nostro Signor Gesù Cristo e con Esso, alcune altre reliquie di Santi.


Per qualche ragione che in nessun modo figura nei documenti, il Vicario Generale credette conveniente accedere a questa petizione; e ne ebbimo un elaborato e prolisso ragguaglio steso da notaio, nella fraseologia la più propria di scritti legali, che ne descrive tutto il processo. La cavità venne aperta alla presenza di taluni canonici, e oltre le reliquie di S. Andrea e la pergamena d’attestazione, vi si rinvennero dei corporali di lino entro cui stava un’Ostia consacrata, spezzata per la compressione di altri oggetti e annerita dal tempo. I canonici avendo consultato sul da farsi nei riguardi dell’Ostia, unanimi furono d’avviso di conservarla nella Sagrestia della detta cappella e che delle lampade vi restassero accese finchè altra decisione non venisse presa. Eventualmente si era stabilito che un prete, certo Pietro Turrubia dovesse consumare l’Ostia e ne consacrasse un’altra da porre nella cavità al posto di Essa. Tutto ciò fu compiuto debitamente e le reliquie tirate indietro, ma il ragguaglio continua in un modo curioso:


E per coprire le dette reliquie, si fissò con serratura una lastra di ferro sopra la detta cavità nella pietra del sopramenzionato altare, e la chiave il detto onorevole signor Giovanni Andrea Sorts, Vicario, come sopra è dichiarato, la affidò al detto venerabile signore Pietro Laupert, e per l’autorità del suo ufficio ingiunse e comandò al detto Rettore ed altri (nominati)..... che nelle principali feste d’ogni anno, cioè Natale, Pasqua, Pentecoste e l’Assunzione della Beata Vergine Maria, vedessero di consumare la detta Ostia e rinnovarla..... o in altre parole, sostituissero nella stessa custodia un’altra Ostia di fresco consacrata, rimettendola nel posto suddetto nel modo e nella forma già descritta.


Qui adunque vediamo che il sepolcro o confessione1 dell’altare colle sacre cose contenute, è così trasformato in specie di tabernacolo, in cui il Santo Sacramento veniva rinnovato pressochè ogni tre mesi. Ma tutte le circostanze del caso, come sono ricordate nel ragguaglio ufficiale, sembra dimostrino chiaramente che esso non era comune affatto, e che le autorità consultate furono tratte fuori di strada interpretando conforme loro proprie vedute questa pratica insolita d’un’Ostia seppellita.


Trad. di L. Meregalli dal The Month (ottobre 1908) gentilmente autorizzata.

Offerte per l’Opera Pia Catena

(CURA DI SALSOMAGGIORE).


Signora Teresa Ronchetti Bruni in memoria del compianto marito Ernesto |||
 L. 50 ―
Signorina Ripamonti Maria |||
   » 10 ―
Signora Fusi Rossetti Adele |||
   » 10 ―
N. N. |||
   » 1400 ―

NUOVE PATRONESSE.

Signorina Maria Ripamonti — Signora Adele Fusi Rossetti.

CASA FAMIGLIA PER IMPIEGATE


Somma retro L. 6507 —

Signor Gaetano Brusa |||
   » 10 ―
Signora Matilde Brusa |||
   » 5 ―
Ditta Frette e C., 12 salviette, 12 federe e 24 strofinacci |||


(Continua)

Totale L. 6522 —


Il Conte PIERO GORI


Dopo una penosa alternativa di speranze e di delusioni, il Conte Piero Gori Panigarola è spirato mercoledì nel suo castello di Jerago.

Si può dire che la vita del Gori fu tutta consacrata ad opere patriottiche e di carità.

In età ancor fresca egli fu nella Colonia Eritrea coll’obbiettivo speciale di studiare il problema delle Missioni, da lui poi sempre sostenute nel Consiglio amministrativo dell’Associazione Nazionale di soccorso ai Missionari Cattolici Italiani.

Il Gori fu anche consigliere della Provvidenza Materna in soccorso delle puerpere povere; ma la carica che esaurì maggiormente le sue energie fu quella di assessore del Municipio di Milano, nel riparto della anagrafe, dov’egli portò notevoli miglioramenti specialmente d’indole morale, come, per esempio, l’ufficio pietoso d’indurre a domicilio le madri illegittime, colla voluta delicatezza, a riconoscere le loro creature.

Laureato in legge, il Gori occupò anche la carica di giudice conciliatore, e appartenne pure al Consiglio della Società per le esplorazioni geografiche. Sono trascorsi pochi mesi dacchè egli veniva chiamato a far parte del Consiglio d’amministrazione degli Ospedali Fatebenefratelli.

L’ultimo lavoro del nostro amico fu un carteggio patriottico, pubblicato nella Rassegna Nazionale.

La dote caratteristica del Conte Gori era quella preziosa della bontà, una bontà che suscitava affetto in quanti lo avvicinavano.

È scomparsa così un’altra figura gentile del patriziato milanese, una figura che impersonava le più belle virtù famigliari, religiose e civili.

Esprimiamo qui le più vive condoglianze alla desolata vedova, la gentile e buona Contessa Maria Gori Besini, la quale troverà conforto nelle memorie di una vita esemplare, nel compianto di tutti e nel sorriso della diletta bambina, che nel ricordo ingenuo dell’amatissimo perduto, tergerà le sue lagrime.

A. M. C.

  1. Il Pontificale di Lansdowne che ultimamente avrebbe derivato talune sue rubriche del prototipo Pontificale di Egbert, parla sempre di confossione (o luogo di seppellimento) invece di confessione. Ai doti di antichità cristiana e di liturgia, discutere e sentenziare quale delle due espressioni dovrebbe prevalere; e se dobbiamo continuare a ritenere che la Confessione sia sempre una cripta sotto l’altare dove giaciono reliquie di Confessori di Cristo.