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178 IL BUON CUORE


«E ciò che desta un senso di speciale e giusta compiacenza è il risultato pratico di questa istruzione: preparare alla professione di organista è lo scopo principale dell’istruzione musicale riguardo agli allievi: grazie a questa istruzione progredita, un allievo che sta compiendo l’ottavo anno di sua istruzione, a 16 anni soltanto, dopo una prova ripetuta in luogo in queste ultime settimane, è stato nominato organista in una delle Parrocchie della nostra Diocesi, a Rosate. Il vantaggio assicurato per l’allievo è il più bell’onore per l’Istituto.

«Ma un altro fatto di diversa notevole importanza, è l’aggregazione avvenuta in questi mesi dell’Asilo infantile all’Istituto.

«L’Asilo Infantile venne creato autonomo dall’Istituto. Ciò fu imposto da una necessità amministrativa. Il Consiglio non poteva disporre dei mezzi fissati per uno scopo determinato, l’istruzione degli allievi nell’Istituto, per un altro scopo, per quanto importante ed affine. Avrebbe potuto farlo, se il patrimonio dell’Istituto, soddisfatti i propri impegni diretti, avesse potuto disporre di un avanzo: ma le condizioni sono ben diverse: il patrimonio dell’Istituto è ragguardevole, ma i pesi che vi gravitano sopra non sono minori: per ajutare una parte di complemento avrebbe pregiudicata e compromessa la parte principale.

«Per la fondazione dell’Asilo si dovette ricorrere alla iniziativa privata. Questa iniziativa, coadiuvata efficacemente da un Comitato di Signore, la cui opera illuminata e zelante non potrà mai essere sufficiente lodata, voi sapete a quale esito felice condusse: l’Asilo ha la sua splendida sede unita all’Istituto, e ospita ora ventidue bambini, in attesa che i mezzi cresciuti permettano un’ammissione maggiore in corrispondenza alle sempre crescenti domande. Il Direttore dell’Istituto dei Ciechi di Lisbona, di passaggio nei passati giorni in Milano, visitava coll’Istituto l’Asilo infantile, ed ebbe per questa nuova istituzione le approvazioni più lusinghiere.

«Intento ultimo di chi fondò l’Asilo e del Comitato che lo coadiuvò era però di affrettare il giorno nel quale i mezzi raccolti permettessero di aggregare l’Asilo all’Istituto senza notevole aggravio del patrimonio dell’Istituto stesso. Il momento parve arrivato. L’Asilo ha la sua sede, più un patrimonio proprio di oltre centomila lire. Una circostanza speciale affrettò l’aggregamento. L’Asilo ebbe l’anno scorso un legato di L. 2o.000, del nobile sig. Angelo Caimi: non essendo l’Asilo ente morale, non poteva legalmente reclamare il legato. Ciò potrà avvenire quando l’Asilo figuri unito come una sezione dell’Istituto; e ciò venne fatto con consenso del Consiglio e coll’approvazione della Giunta amministrativa.

«È perciò finito il compito del Comitato fondatore? Anime generose, che aspirate a fare il bene, rallegratevi. Il vostro compito a favore dell’Asilo continuerà. Il Comitato resta: nacque per far nascere l’Asilo: resta per farlo vivere.

«C’è bisogno? Indispensabile. Abbiamo poco più di centomila lire di patrimonio; cinquemila lire di reddito.
I bambini sono 22; computando circa L. 500 ciascuno, tutte le spese comprese, fa bisogno non meno di L. 10,000 di reddito.

«Anime benefattrici non temete di non aver più del bene a fare: ce n’è ancora e quanto: si tratta di salvare l’opera vostra, consolidandola: colle azioni, le fiere, la festa dell’ova.

«Il consolidamento è carattere prezioso delle opere di beneficenza. È ciò che ho ammirato nell’Istituto dei Ciechi di Losanna, che ho potuto visitare in questo mese.

«L’Istituto col nome generico di Asilo, si compone di quattro istituzioni: l’Istituto di istruzione; l’Istituto oftalmico; il laboratorio interno ed esterno maschile, il laboratorio interno femminile. Sono piccole sezioni. L’Istituto di istruzione non conta più di venticinque fra allievi e allieve. Ma sono sezioni complete. Ciò che mi ha maggiormente colpito sono i due laboratori interni. Noi abbiamo in vista la Casa riposo. Là c’è già con carattere misto: riposo e lavoro. Il lavoro è stimolato dal vantaggio: le allieve pagano una pensione: ma il ricavo del loro lavoro è a loro vantaggio: col ricavo del lavoro pagano la modesta pensione di L. 250, e il sovrappiù è a loro disposizione: più si lavora più si guadagna, più si guadagna e più sono i mezzi di provvedere ai propri comodi. È un sistema che riunisce insieme dignità e libertà.

«La beneficenza privata è però alla base di queste diverse istituzioni insieme raggruppate. Una sola famiglia ha dato in due riprese più di un milione.

«Su questa via Milano non teme la concorrenza. Quanto l’Istituto ha è tutto frutto della beneficenza privata. Questa tradizione non è per cessare. Quel quadro di una benefattrice, la signora Guaita Rusconi, che legò all’Istituto L. 10,000, ne è una prova.

«Ma un ricordo più prezioso è quello del dottore cav. Felice Dell’Acqua, del quale l’altro jeri fra l’universale compianto fu accompagnata la salma al Cimitero. La casa in cui morì, in via Cernaja, fu da lui già data all’Istituto. Pagò all’Istituto l’area di questa, e l’area rimase di proprietà dell’Istituto. Costruì la casa a sue spese, ’e la casa è di proprietà dell’Istituto.

«Lode alla memoria del generoso donatore, il suo spirito benefico trovi imitatori! Non è presunzione nella splendida storia della beneficenza a favore dell’Istituto per il passato, leggere la lusinghiera promessa della beneficenza a suo favore nell’avvenire».

CASA FAMIGLIA PER IMPIEGATE


Somma retro L. 6342 —

Marchesa Camilla Cusani Confalonieri |||
   » 20 —
Signora Evelina Piva Bertelli |||
   » 100 —
Signor Aldo Sgarovaglio |||
   » 5 —
Signora Giannina Giulini |||
   » 5 —
» Giulia Cottini Biffi |||
   » 5 —
N. N. |||
   » 30 —
N. N., 1000 stampati gratis.
Ditta Tomaso Testa, 500 circolari gratis.


(Continua). Totale L. 6507 ―