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IL BUON CUORE 157


Religione


Vangelo della Solennità di Pentecoste


Testo del Vangelo.

Disse il Signore Gesù a’ suoi discepoli; Se mi amate, osservate i miei comandamenti; ed io pregherò il Padre, e vi darà un altro Consolatore, affinché resti con voi eternamente; lo Spirito di verità, cui il mondo non può ricevere, perché non lo vede, nè lo conosce, voi però lo conoscerete perché abiterà con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: tornerò a voi. Ancora un po’ di tempo, e il mondo più non mi vede. Ma voi mi vedete, perché io vivo, e vivrete anche voi. In quel giorno voi conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me ed io in voi. Chi ritiene i miei comandamenti e li osserva, questi è chi mi ama. E chi ama me, sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò, e gli manifesterò me stesso. Dissegli Giuda (non l’Iscariota): Signore, donde viene che manifesterai te stesso a noi, e non al mondo? Rispose Gesù e gli disse: Chiunque mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e verremo a lui, e faremo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole. E la parola che udiste, non è mia ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose ho detto a voi dimorando in voi. Il Paracleto poi, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel nome mio, egli insegnerà a voi ogni cosa, e vi ricorderà tutto quello che ho detto a voi. La pace lascio a voi, la pace mia do a voi.

S. GIOVANNI, Cap. 14.


Pensieri.

«E io pregherò il Padre, e vi darà un altro consolatore, che resti con voi in perpetuo; lo Spirito di verità, cui il mondo non può ricevere, perchè non lo vede, nè lo conosce: ma voi lo conoscerete; perchè abiterà con voi e sarà in voi».

La chiesa oggi, festeggia questo Spirito, infuso, donato all’umanità.

In quale misura noi lo possediamo? Osserviamo i frutti dello Spirito e, da una meditazione sincera sul come e sul quanto li ritroviamo in noi, potremo dare il nostro giudizio.

Il mondo non ha l’amore della verità,

Questa osservazione potrebbe sollevare delle obbiezioni: come, si potrebbe dire, non ha l’amore della verità l’uomo della scienza?

Ma altro è l’amore della cognizione, altro l’amore della verità per se stessa.

Noi possiamo dimenticare il sonno, ad esempio, per risolvere un problema di matematica, ma non possiamo dire che amiamo quel problema. La cognizione interessa, ma non si ama.

La verità non si può amare se essa non è una persona che agisce, che influisce su di noi. E un amore simile per la verità è proprio e solo dei cristiani.

Gesù prosegue: «Egli — lo Spirito — il consolatore v’insegnerà ogni cosa».

Ma altro è l’amore della verità e altro la cognizione: l’amore non potrebbe essere in questo campo, un elemento perturbatore?

No, l’uomo che ama la verità, la coglie, la vede e, se non vede chiaro, sospende il suo giudizio finchè si sia fatta la luce e, così, non sbaglia.

E lo Spirito di verità sarà il consolatore. — Se si aderisce pienamente alla verità e alla giustizia, se non si vive che per essa, anche se per essa si soffre e si patisce, se ne gusta tutta l’intima, ineffabile felicità, quella felicità che è il principio, un pregustamento della eternità beata, che è il possesso della più magnifica signoria che all’uomo sia dato da godere quaggiù.

E un’altra cosa grande disse Gesù: «ch’Egli aspettava la glorificazione sua dal Padre».

Gesù criticava e s’opponeva alla religiosità deficiente formalista del tempo suo — per una sua conoscenza, più nobile e più pura di Dio — e fu contrariato, condannato e ucciso.

Ma Egli a giustificazione delle sue parole, dell’opera sua s’appellò allo Spirito, a Dio!

E in Gesù l’umanità ha trovato e trova l’attuazione di ciò che in essa c’è di migliore e il suo Vangelo è il codice della più perfetta morale.

Come questa considerazione deve confortare tutti i martiri che han sofferto e soffrono per la verità!

Come deve render loro dolcezza il pensare che quella verità ch’essi mettono alla luce con dolore e con pianto sarà la rivelazione, il conforto, il sostegno di quei che verranno!

Oh, che grandezza in certe pene! Che dignità in certe umiliazioni! Che esultanza in certi strazi!

Perchè son misteriosamente uniti così fra loro le gioie spirituali più somme e i dolori dell’anima più profondi?... Questa che pare una legge, è certamente legge di provvidenza, legge d’amore adoriamo, taciamo, godiamo!

Rientriamo in noi stessi, esaminiamo la nostra coscienza, vediamo se in noi è l’amore per la verità, se ne viviamo, se in essa poniamo la nostra gioia, la nostra felicità.

L’amore della verità è un dono, ma senza di esso ogni altra cosa è vana.

Invochiamo su di noi questo Spirito di verità e di amore; non poniamo ostacoli alla sua effusione in noi, siamogli docili, diventiamo la sua rivelazione ai fratelli....



Ricordatevi di comperare il 15.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che esce in questa settimana.