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156 IL BUON CUORE


nuova vita. Dal canto suo il signor Whiteman gioì di questa dedicazione della figlia, per quanto non avesse mai dubitato della tenerezza del suo cuore. Ma in certo senso si poteva ben dire d’averla meritata, provocata. Intanto non aveva menomamente protestato contro la sua abiura, ma le lasciò in tale bisogna la più ampia libertà d’azione. Aveva fatto di più. Come non dimenticò Gustavo Ricci nel giorno bello della sua prima Messa, fu splendido con lui, regalandogli tra altro un calice d’oro di mirabile lavoro con un motto tutto un’insinuazione vuoto d’amarezze; così alla figlia regalava un magnifico merletto di Valenciennes e un Trittico di artistico pennello rappresentante il S. Pietro di Roma al momento della Messa papale tra i massimi splendori dei riti cattolici; e il dono era accompagnato dalla dicitura allusiva apertamente al passo importante del 31 maggio: Maria optimam partem elegit.

Intanto fu bello vedere questa fanciulla avvezza all’ozio e alle frivole preoccupazioni della vanità, trasformata in tutt’altra, ora operosa, affacendata sempre; non paga del molto che aveva a fare in casa sua, darsi dattorno in cento opere di beneficenza, instancabile in bene dei poverelli di Cristo.

Passate le feste, bisognava pure che Gustavo si mettesse al lavoro dandosi a quell’apostolato di amore, di illuminazione delle coscienze, di rigenerazione dei cuori, per cui tanto aveva sospirato e patito. Aggregato senza speciali mansioni di cura d’anime alla Basilica di Carignano, attese sopratutto ad una predicazione tutta sua dalle linee ampie e concessive di quanto poteva concedersi alle esigenze dei tempi nuovi, brillante, accurata, moderna insomma. Inoltre si assunse in un Istituto femminile della città il compito di cappellano e di insegnante; fu in cotale ambiente dove lavorò di più, cogli entusiasmi schietti che i giovani sanno portare nelle loro intraprese, con infinita passione del suo lavoro. Poi ad altro speciale ministero consacrò la sua attività intrepida e coraggiosa; a realizzare quella che per molti resta sempre una teoria simpatica e ammirata finchè non c’è da scomodarsi o incontrar noie: all’amore pratico e costante degli umili, alla protezione dei perseguitati, al sollievo degli oppressi; a tener alto il prestigio del ceto sacerdotale salvandolo da accuse vere o false; che se vi era uno scandalo, un’ingiustizia, una durezza di cuore che partisse dal Santuario, lo faceva fiammeggiare di indignazione, e non gli lasciava riposo finchè non avesse paralizzato la triste impressionè prodotta nel laicato e salvata la vittima di quei trattamenti.

Moderno nelle idee, ahi! non lo era ugualmente in tutte le forme pratiche della vita religiosa d’oggidì. L’uscire di sagrestia per es. non lo credeva gran male; ma era spaventato dal modo con cui si traducea in azione il nuovo programma, delle audacie a cui si arrivava. E di scienza propria lui poteva ben dire quanto il laicato si scandalizzava dall’immischiarsi troppo che faceva il prete negli affari suoi; nello scoprire dalla troppo vicinanza e famigliarità col sacerdote, le debolezze del clero, che prima, veduto da lontano gli pareva tutto sacro e venerando; lui poteva ben dire di scienza propria quanti — accomunati soverchio col
sacerdote — abbandonavano la Confessione. Insomma i vantaggi non compensavano le perdite.

E di queste sue idee non faceva mistero a nessuno; convintissimo, nella sua rettitudine e nel suo candore che si potesse impunemente dir tutto l’animo proprio su tutti i problemi e opporsi ai molti che avrebbero trovato motivo di offendersene, inimicarglisi. Perché non si dovrebbe alzare la voce impavidi per predicare certe dure verità, e frenare inconsulti impeti e ardori di fanatismo, a protestare contro certe esteriorità di parata, odiose alla coscienza moderna? Lo si vide nel 1898, e due anni or sono, in occasione di scene ben dolorose al cuore d’un sacerdote a che cosa si riducano nelle ore di maggior bisogno le cosidette forze della Chiesa reclutate in maggior parte tra cristiani solo di nome e di rumore. Nel 1898, fu un fuggi fuggi coraggioso di tatti innanzi all’impeto delle misure rigorose dell’autorità militare; e due anni or sono, quando imperversava la bufera contro il prete dileggiato in pubblico, fatto ludibrio della piazza, non un cattolico irregimentato nelle formidabili falangi, osò prenderne all’aperto le difese.

Una riprova di trovarsi nel giusto, nello stigmatizzare certe esteriorità di vita religiosa credeva di trovarla nel fatto che quelle esteriorità furono mutate, riformate, soppresse, sconfessate, voltate in altre dalla competente autorità.

Così sentiva Gustavo Ricci, e così si esprimeva; non sospettando che altri non sentivano certo all’istesso suo modo, meno ancora vi si pronunciavano. Aveva in misura sovrabbondante le semplicità della colomba e in difetto la prudenza del serpente; ma era solito ripetere col gran santo di Sales, che avrebbe dato cento serpenti per una colomba. Secondo il modo di vedere.

Il peggio però venne dopo, quando le nuove correnti del pensiero religioso, le nuove vedute in fatto di culto esterno, le varie tendenze verso un programma di riforme, affluirono come ad un punto convenuto per concretarsi e procedere ad un’azione unita di mutamento, di rifacimento della Chiesa, classificate con un vocabolo molto generico, modernismo.

Appena si levarono le prime voci a condannare la eresia del secolo ventesimo; meglio, quando Pio X, con un gesto che lo renderà immortale, condannò così severamente eppure con tanta ragione, un moto religioso affatto rivoluzionario, soffocandolo inesorabilmente tra le fascie e per sempre; dovunque, in tutti si credè di vedere dei modernisti, si corse alla caccia spietata, brutale, di veri e supposti modernisti; si denunciò, si scomunicò con una facilità spaventevole, anche i meno meritevoli di quelle atroci misure.

(Continua).

CASA FAMIGLIA PER IMPIEGATE


Somma retro L. 6122 ―

Clerici marchesa Giuditta, seconda offerta |||
   » 100 ―
Signora Adele Rusconi Beltrami |||
   » 10 ―
Rusconi cav. Mario, Consigliere comunale |||
   » 100 ―
Signora Carolina Ponzio |||
   » 10 ―


(Continua). Totale L. 6342 —