Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 13 - 26 marzo 1910.pdf/5


IL BUON CUORE 101


Religione


Vangelo del giorno di Pasqua


Testo del Vangelo.

Maria stava fuori del monumento piangendo. Mentre però ella piangeva si affacciò al monumento. E vide, due angeli vestiti di bianco, a sedere uno a capo, l’altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: Donna, perché piangi? Rispose loro: Perchè hanno portato via il mio Signore e non so dove l’han messo. E detto questo, si voltò indietro, e vide Gesù in piedi: ma non conobbe che era Gesù. Gesù le disse: Donna, perchè piangi? Chi cerchi tu? Ella pensandosi che fosse il giardiniere, gli disse: Signore, se tu lo hai portato via, dimmi ove l’hai posto, e io lo prenderò. Le disse Gesù: Maria. Ella rivoltasi gli disse: Rabboni (che vuol dir Maestro). Le disse Gesù: Non mi toccare, perché non sono ancora asceso al Padre mio; ma va a’ miei fratelli e loro dirai: Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro. Andò Maria Maddalena a raccontare a’ discepoli: Ho veduto il Signore e mi ha detto questo e questo.

S. GIOVANNI, Cap. 20.


Pensieri.

Maria poi stava fuori a piangere presso il sepolcro. Non bastò a Maria l’aver assistito, fino alla fine, alla lugubre scena del Golgota; noi ritroviamo la donna piangente vicino alla tomba di Gesù. Amore forte, amore fedele quello di Maria che sublimato dalla sofferenza atroce, là sul Calvario, ora si pasce di pianto accanto al monumento che, essa pensa, chiude tutto il suo bene... Riflettiamo allo strazio della Maddalena, alla desolazione del suo spirito là, presso la tomba divina! La sofferenza della donna raggiunge certo in quell’ora, la intensità più cruda... ed era prossima l’ora del conforto. Sempre così, in tutte le cose! Oh, com’è cara la dolce esperienza dei conforti divini, che giungono quando, se non arrivassero, non si potrebbe più reggere alla piena del dolore!

Forse per ciò, quanto più angosciosa l’ora che si vive, più si fa forte la speranza dell’intervento divino; forse per ciò l’uomo non è mai forte come quando è spoglio d’ogni appoggio umano, perchè allora non s’appoggia che al soprannaturale....

E anche allo sgomento della morte non tien dietro la libertà di una vita, che per noi è mistero, ma che è vita scevra dalle limitazioni di quaggiù?

Maria dà a Gesù tutta la sua devozione e Gesù le prepara una grazia, un privilegio: presto ella lo vedrà risorto, ella la prima!

Han portato via il mio Signore; e non so dove lo hanno posto. Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai posto; e io lo prenderò.

Che soffio d’affetto puro, disinteressato in queste parole! Che preoccupazione tenera per il Maestro e che dimenticanza completa di sè... che fiducia nella forza proveniente dal proprio amore! Io lo prenderò dice Maria!

Mi pare che noi abbiamo, qui, l’esempio del come dobbiamo amare: largamente, generosamente, senza
nessuna preoccupazione personale, ma con desiderio di bene e con il cuore in alto, ben alto.... Che cosa cerchiamo noi nelle nostre affezioni? nelle nostre amicizie? Oh, forse appena una soddisfazione nostra, un nostro egoismo, un nostro orgoglio, cerchiamo! E amare vuol dire dare, dare senza attendere compenso, dare con gioia, in modo tale che, donando, quasi ci si ritempri, ci si nutra, si acquisti nuova capacità di dare.

Esaminiamo come noi amiamo e cerchiamo di non profanare, con limitazioni, con deficienze indegne questo nostro grande potere!

Gesù chiama Maria per nome e Maria riconosce il Maestro: all’amore risponde l’amore, alla pienezza della devozione la larghezza della ricompensa.

Maria non pensava più che a Gesù; morto non si preoccupava che del suo cadavere, e Gesù le si mostra risorto, facendo traboccare di santa gioia il suo cuore.

Maria, in Gesù, aveva sentito Dio e l’aveva amato con pietà, con fede, con riverenza; quella pietà la conduceva al sepolcro, la spingeva a onorare ancora la salma del Maestro.

Ad amore sì santo doveva rispondere una effusione di grazia: Gesù si doveva rivelare risorto, nella pienezza della sua vita immortale a chi, durante il suo pellegrinaggio terreno, aveva sentito tanta tenerezza per Lui... Doveva rivelarsi completamente, senza veli all’anima fedele, consolarla, fortificarla, consacrarla, quasi, per un apostolato.

Va dai miei fratelli, le dice infatti, Gesù... e Maria resta così il primo sacerdote della risurrezione.

A gioia s’aggiunge gioia nell’anima sua! Non solo ella ha rivisto Gesù, lo ha ritrovato per sè, ma può, ma deve annunziarlo altrui... e qual gioia più pura di quella di far parte ai fratelli delle proprie gioie migliori?

Gioia suprema del cristiano è l’esperienza della paternità divina, è la sua fiducia interiore, che lo fa vivere sereno, abbandonato al Padre celeste, in ogni contingenza anche la più triste e dolorosa.

Abbiamo noi questa esperienza? L’abbiamo così sicura, così salda da rivelarla, da comunicarla ai fratelli?

Va dai miei fratelli. A ogni cristiano, mi pare, rivolge Gesù questa intima parola. Va dai miei fratelli che non mi conoscono, va da quelli che mi cercano, lottando per la verità; va da quelli che ignorano ogni realtà che non sia di quelle tangibili e visibili, va da tutti, a tutti rivela la tua felicità ineffabile, la superiorità, la libertà che ti viene da me, e così, con l’efficacia dell’esempio, chiamali a me.

Ogni cristiano avrebbe da Dio missione d’apostolo!...

La messe è tanta, ma mancano gli operai.... Siamo operai capaci della nostra missione noi così miseri, così presi dalle cose mondane, così divorati dalle passioni, rosi dall’invidia, minati dalla superbia?.... Come potremo noi così indegni chiamare i fratelli?....

Apriamo gli occhi alla nostra miseria, chiediamo la luce che ce la mostri appieno e invochiamo pietà, misericordia; non ci sgomenti il nostro deplorevole stato, Dio ci può ancora salvare e ci salverà se noi apriamo il cuor nostro al suo spirito.... Il suo spirito, invocato ed accolto, ci trasformerà, ci farà risorgere; ed allora, rigenerati, anche noi come Maria, chiameremo i fratelli intorno a Gesù e lo spirito di Cristo trionferà tra noi!



Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.