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Anno IX. | Sabato, 12 Marzo 1910. | Num. 11. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Educazione ed Istruzione
SAN CARLO E IL SECOLO XVI
PANEGIRICO
del Sacerdote Adalberto Catena
NELLA METROPOLITANA DI MILANO
il 4 Novembre 1853.
Fu ottimo pensiero quello della libreria Palma, via Lupetta, n. 12, di pubblicare in occasione del Centenario della Canonizzazione di S. Carlo, il Panegirico del Santo, tenuto in Duomo dal sacerdote don Adalberto Catena, divenuto pai Prevosto di S. Fedele. Costa centesimi 25, erogate per le feste del Centenario. Il Catena era stato nell’agosto di quell’anno allontanato, con altri sedici compagni professori, dai Seminari diocesani. Questa circostanza rende ancora più prezioso il Panegirico, al merito della coltura e dell’eloquenza aggiungendo quello della virtù. Non una parola di astio che richiami quel fatto. L’humilitas del Santo era passata nel suo panegirista.
Un uomo, nel cui onore splende oggi tanta pompa d’altare e di sacrificio, e non solo tra noi, che con soave compiacenza di patrio vanto ci diciamo suoi figli, ma e in tutte le nostre città, e in quelle d’oltremonte, e nelle vergini Chiese, che sono oltre l’oceano, e più là, ove s’aduna ogni gioia, ogni dolore della Chiesa universale, certo grandi cose ha egli operato in faccia a Dio ed alle Creature. Certo un immenso bene usciva di lui, e, quasi soverchiando nella terra sua, correva a diffondersi sulle lontane. E non una classe sola del popoloOgni riformatore presenta intorno a sè le condizioni dell’opera sua. Questo volto di Carlo Borromeo, a tratti così robusti e spiccati, ne viene innanzi da un prospetto oscuro, minaccioso; che non ebbe Egli nella missione di riformatore a rilevare un’età giacente e morta, ma bensì a comprimere una vita convulsa e aberrata. — Come avviene che davanti alle grandi depravazioni dei popoli, gli illusi o i cattivi si credano scossi da un mandato di Dio, e di leggieri trascendano là, dove si dividono i riformatori e i perturbatori della religione, così una riforma illegittima e sacrilega spostò tutta quanta la grande famiglia — e quell’età nominavasi da lei, da lei datavano anche i minori avvenimenti.
E se a ciascuna dell’epoche storiche della Chiesa presiede, come custode, l’uomo di Dio, Carlo è l’uomo di quell’epoca, l’uomo che, contemporaneo a questo moto funesto, elevava il movimento cattolico così che i popoli, tra due azioni diverse, due legislazioni, due riforme, avessero a distinguere l’opera di Dio da quella dell’uomo.
Carlo, grande pei caratteri del vero riformatore, quali la natura e la grazia li vengono disponendo in cotali domini di Dio; — Carlo, grande come oppositore, in quell’atto stesso, d’una riforma disastrosa, che avanzava d’accosto alla sua minacciando di avvolgerla nel suo