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IL BUON CUORE 71


Sia così anche questa volta per noi. Raccogliamoci e con cuore contrito ed umile invochiamo la liberazione, la signoria che dona la verità; per questa verità invochiamo l’amore, un amore più forte della persecuzione, più forte della sofferenza, della morte; e poi supplichiamo Dio che a questa verità noi si possa rendere testimonianza con tutta quanta la nostra vita!

ANGELA STRAMBIO CICOGNARA

Nella casa, n. 15, via Bigli, domenica, 20 corr., circondata dalle cure amorose della figlia e da altri parenti, spegnevasi nella tarda età di anni 89 compiuti, la signora Angela Strambio Cicognara, vedova dell’illustre medico e scrittore Gaetano Strambio.

I funerali vennero fatti il 21 corr., nella chiesa parrocchiale di S. Francesco di Paola. Un cartello sulla facciata della chiesa recava la seguente iscrizione:

ANGIOLA STRAMBIO CICOGNARA
di figlia, di sposa, di madre
ebbe tutte le virtù
seppe le gioie e i dolori


novantenne
spirò l’anima nel signore


la fede ingenua
la fece buona la vita serena la morte

Queste parole ricordano in sintesi felice la fisionomia morale della signora Strambio.

Il lungo corteo che ne accompagnò il feretro, tutto ricoperto di fiori, alla chiesa ed al cimitero monumentale, fu testimonianza affettuosa ed eloquente della stima ond’era circondata la pia e caritatevole signora. Colla schiera dei numerosi ed afflittissimi parenti, era presente una larga rappresentanza di persone beneficate. L’Asilo Infantile di Corneno, ove la signora villeggiava; alcuni ricoverati nel Pellagrosario di Inzago, i redenti dalla carità illuminata dell’illustre suo marito dottor Strambio; una schiera delle operaie della società Previdenza e lavoro, alle quali le piccole figlie della estinta prodigano cure solerti; non che un drappello di allievi e di allieve dell’Istituto e dell’Asilo infantile dei Ciechi, oggetto da parte dell’estinta di speciale predilezione.

Una sallenda funebre venne cantata dalle allieve cieche con senso di commovente mestizia nella chiesa di S. Francesco.

Al cimitero, a nome dei parenti parlò prima in modo elevato il signor Gino Gobbi; e a lui seguì la maestra cieca dell’Asilo Infantile, signorina Carolina Venturelli, leggendo colla mano sopra un foglio a punti rilevati, secondo il sistema braille. Ecco le sue parole, che destarono in tutti la più viva e soave impressione:

«Anche a me sia concesso porgere alla venerata estinta, che ora piangiamo inconsolabili, a nome specialmente dei bambini ciechi dell’Asilo Infantile, e dei
miei numerosi compagni, l’estremo tributo di stima, di riconoscenza, d’affetto.

«La scomparsa della signora Angiolina Strambio, è una di quelle scomparse che lasciano grandi traccie di dolore nella vita di molti; ed anche fra noi, la notizia della sua morte fu accolta con un senso di vero cordoglio, memori e grati dei tanti delicati benefici di cui ci fu larga nel lungo corso della santa operosa sua vita. Fin da quando fu aperto l’Asilo Infantile, Ella provvedeva ogni anno i piccoli bambini d’oggetti indispensabili per vestirli, ed accompagnava questo suo atto generoso a quello gentile e delicato di confezionarli essa stessa. Non contenta, anche nella sua tarda età, ella onorava i bambini ciechi di sue preziose visite; e mentre li regalava di dolci, si tratteneva con una bontà così affabile, così materna, che davvero commoveva, destando in tutti un senso di sincera ammirazione. Fu nell’ultimo giorno dello scorso anno, che il nostro Asilo ebbe la compiacenza d’ospitarla per l’ultima volta. La buona signora, pareva lo presentisse; perchè più a lungo si trattenne coi cari bambini ascoltando con bontà le loro chiacchere, i loro progressi, interessandosi ai loro giuochi.

«Pochi anni or sono, la venerata Estinta, solennizzava uno di quei giorni memorandi che a ben pochi è dato raggiungere nella vita. Festeggiava le sue nozze di diamante. Or bene, l’atto di ringraziamento a Dio pel privilegio concessole, l’atto di preghiera al Redentore per la benedizione avvenire, lo volle compiere nella modesta chiesuola dell’Istituto nostro, circondata da tutti noi, che con lei e per lei si adorava, si pregava, si ringraziava.

«Oh! il bene, quel bene delicato e affettuoso che soddisfa chi lo compie e conforta chi lo riceve, trova sovente imitatori! L’esempio della preziosa benevolenza per noi della compianta signora Angiolina Strambio, fu generosamente seguito da tutta la pregiata famiglia sua.

«La signora Angiolina ci amava, lavorava pei piccoli ciechi; la figlia signora Ilda, i parenti lavorano per noi; la signora Angiolina ci amava, la figlia, i parenti che s’occupano di noi dedicando parte del loro tempo a nostro vantaggio, ci proteggono, ci aiutano, ci amano.

«Colla scomparsa di Colei, che tutti piangiamo, la di cui venerata salma ci sta ora dinanzi, finiranno pure i cari rapporti di stima, di riconoscenza e di affetto che a Lei ci legano? Oh no! «La scuola dei conforti nei dolori della vita è la religione di Cristo». Essa ci assicura che la nostra cara, gode ora il premio della sua vita benefica, operosa e santa, nel seno di Dio; Dio, ch’Ella ha tanto onorato ed amato sulla terra, nella persona degl’infelici, degli sventurati».

Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.