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IL BUON CUORE 63


più ingrandendosi coll’impianto di stabilimenti anche in Melzo e in Cernusco Merate; sicchè i due forti lavoratori ebbero alle loro dipendenze una innumerevole famiglia di operai, i quali, guidati dall’esempio, assecondati con equanimità nelle ragionevoli aspirazioni, sovvenuti anche in ordine morale, mostrarono col loro contegno rispettoso quanto possa sulle masse la buona influenza di cuori miranti a nobili obbiettivi.

Il nostro rimpianto Egidio Gavazzi non limitò però la sua azione all’industria prediletta, e, non negando il suo ajuto a chi lo richiedeva, profuse in molte opere pubbliche e private i tesori della sua mente e del suo cuore. Così egli, insignito di distinte onorificenze, fu modesto sempre e fu per 28 anni senza interruzione sindaco amatissimo di Desio, dove, colla famiglia, esercitò una missione veramente benefica. — Egli tenne anche per 20 anni l’ufficio di Consigliere provinciale, e nell’alto consesso, colla sua praticità, la sua schiettezza e la sua rettitudine, si guadagnò l’estimazione affettuosa dei colleghi e l’amore degli elettori sempre fedeli. — Presidente della Società delle tramvie elettriche briantee della Società F. Zari, Vicepresidente della Società per la conservazione del legno e distilleria catrame, Consigliere della Società Bancaria e del Tecnomasio Italiano, il comm. Egidio Gavazzi giungeva dovunque con vigore giovanile.

Una grande fortuna per il nostro egregio amico fu quella venutagli dalla Provvidenza, quando, laureatosi ingegnere, s’incontrò colla soave e intellettuale creatura che doveva essere la gioja della sua vita e l’eletta coadjutrice in tante opere d’illuminata beneficenza e di sana solida educazione. La nobile Giuseppina Biella — la figlia dell’integerrimo magistrato di cara memoria — era colei che doveva addolcire la vita del lavoratore e renderla ancor più confortata con una bella corona di nove figli tutti cresciuti in armonia all’ammirabile coppia dei genitori.

Era nell’ambiente famigliare che bisognava conoscere il comm. Egidio Gavazzi. Carattere adamantino, aveva del diamante le faccette risplendenti. Così nella cosa pubblica egli portava la nota serena e ottimista, che ispirava fiducia, e in famiglia, accordando larga e cordiale ospitalità in città come in campagna, col perenne sorriso dell’uomo buono, tranquillo e sicuro, appariva, pur nei momenti difficili, non col cipiglio del padre autoritario, bensì coll’espressione del fratello maggiore de’ suoi figlioli. Ma quale rispetto per l’autorità paterna in quei figlioli laureati, ammogliati e divenuti a loro volta padri di numerosa prole!

Venne troppo presto la bufera a schiantare il tronco d’un albero così rigoglioso! Una malattia che sembrava presentarsi con mite decorso; poi un improvviso aggravarsi.... E qui vedemmo gli ajuti e i conforti della fede animatrice di tutta la famiglia. L’infermo si associò con animo tranquillo, dal suo letto di morte, alle preghiere dei parenti e degli amici. Non dissimulò, no, la speranza di potersi accostar presto all’Altare, come sempre aveva fatto a regolari intervalli; si riconciliò con Dio e in Lui spirò la sua anima leale, lasciando tutti come trasognati, sbalorditi dall’inattesa e quasi improvvisa dipartita.

Ricorderemo sempre l’egregio amico ne’ suoi momenti più belli, quando, colla sua stretta di mano, colla sua parola gentile e arguta, colla sua sollecitudine, si mostrava pronto a distogliersi da ogni preoccupazione per posare il pensiero su soggetti che riteneva meritevoli del suo affettuoso interessamento.

A lui il nostro saluto; ai cari superstiti in lacrime le nostre sentite condoglianze.

Angelo Maria Cornelio.




I funerali del rimpianto defunto riuscirono imponenti pel gran numero di rappresentanze e per il grande concorso della cittadinanza milanese e degli abitanti dei paesi in cui il Gavazzi esercitò la sua azione illuminata benefica.

La famiglia lasciò libero campo ad ogni manifestazione. Così si videro quindici vetture precedere il feretro con una quarantina di splendide corone di fiori freschi, e una quantità di rappresentanze con bandiere stendardi di svariate istituzioni, società operaje, società d’industrie seriche; opere pie, patronati scolastici, asili e confraternite religiose della città e della campagna.

Reggevano i cordoni l’on. Carmine, presidente del Consiglio Provinciale, il comm. Manusardi, presidente della Deputazione Provinciale, l’avv. Mojana, assessore comunale di Milano, il cav. Scotti, assessore delegato del Comune di Desio, il cav. avv. Emprin, in rappresentanza del Prefetto, e l’avv. Sampietro, parente del defunto.

La Deputazione provinciale era rappresentata anche dal comm. avv. Lovati e dal rag. Sperati, e il Comune di Milano dagli assessori avv. Agrati, ing. Tarlarini e cav. Gallone.

Notammo pure il senatore Pirelli, il senatore Mangili, gli onorevoli Taverna, Campi, Degli Occhi, Crespi, ecc.

Al cimitero monumentale i meriti del defunto furono rqessi in bella luce dall’on. Carmine, dal dott. Pansini, dal cav. Emprin, che portò il saluto del Governo, dal cav. Cattaneo, rappresentante la società delle industrie tessili, dall’avv. Sampietro. In fine, il genero, conte dott. Giuseppe Barbiano di Belgiojoso, con accento commosso, pronunciò poche ma sentite parole di ringraziamento.

La salma fu trasportata a Desio, dove si rinnovarono funerali che riuscirono un commovente plebiscito di amore e di riconoscenza.

Al cimitero pronunciò per primo nobili parole il deputato del Collegio, on. conte Taverna. L’assessore Scotti elogiò poi il Gavazzi per la sua opera nella carica di sindaco, segnalandolo alla gratitudine della popolazione di Desio, che unanime era accorsa a tributare reverente omaggio al caro defunto. Commovente riuscì il discorso del cav. Enrico Cattaneo, direttore generale da quarant’anni degli stabilimenti impiantati dai fratelli Egidio e Pio Gavazzi. Parlarono in seguito col linguaggio del cuore due operai di Desio e di Melzo. Un maestro mise in evidenza le benemerenze del defunto nel campo dell’istruzione, e un rappresentante della Congregazione di Carità illustrò la figura dell’esimio benefattore.

Diverranno presto caduchi i fiori che accompagnarono come in trionfo la salma di Egidio Gavazzi, e cesserà l’eco degli elogi che meritamente gli vennero tributati; ma viva e profonda rimarrà sempre la memoria dell’uomo che fu raro esempio di grandi virtù.