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IL BUON CUORE 37


della quale, non senza un’intima sincera soddisfazione, in ogni paese della costa orientale d’Africa, da Zanzibar al Benadir, sentimmo tessere, da inglesi, francesi, tedeschi, svedesi, greci, indiani, nei quali ci imbattemmo, le maggiori lodi.....

«Il Kikùju è una regione di sicuro avvenire, e se un giorno, che non sembra lontano, vi si troverà una popolazione assai mitigata dall’antica ferocia e selvatichezza, il merito di questa trasformazione si dovrà riconoscerlo come dovuto, in gran parte, all’opera coraggiosa e perseverante di quei forti missionari, scesi dalle aspre montagne del Piemonte, per diffondere il loro sentimento umanitario fra le non meno aspre e vergini montagne dell’Africa Equatoriale».

PROLOGO IN CIELO1

Dal Faust di W. Goethe.


Raffaello.


Tra l’ensula armonia de le fraterne
sfere risuona il Sol,
e le prescritte sue volte superne
ei compie de la folgore col vol.


Agli angeli vigor dona il suo aspetto
ma il suo profondo niun scrutare ardì.
Son le sue alte incomprensibili opere
splendide come nel primiero dì.


Gabriello.


Veloce, velocissimo si volve
l’orbe nel suo splendor;
lo splendido seren del ciel l’involve
e alterna col notturno immenso orror.


Di scogli sovra il vertice inaccesso
leva spume e correnti l’Oceciii,
ed in eterno infaticato amplesso
scogli e mar gli astri a sè traendo van.


Michele.


E dal mare a la terra le procelle
E de la terra al mar
fremono infuriando e con novelle
posse le cose fanno fecondar.


Laggiù le vie del tuo balen precorre
corusco sterminio;
ma il placido sentier che il dì percorre
tuoi messaggeri venerano, o Dio.


A tre.


Agli angeli castissimi il su’ aspetto
dona forza e vigor:
ma niun può scrutar quello che in petto
s’agita de l’arcano Creator.

Reggio Calabria 1883.

Francesco Mary Correale.


  1. Dei Canti dell’adolescenza di prossima pubblicazione.

Religione


Vangelo della domenica di Sessagesima


Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù narrò alle turbe e ai suoi discepoli questa parabola: Ecco che un seminatore andò per seminare. E mentre egli spargeva il seme, cadde parte lungo la strada; e sopraggiunsero gli uccelli dell’aria e lo mangiarono. Parte cadde in luoghi sassosi, ove non aveva molta terra; e subito spuntò fuora, perchè non aveva profondità di terreno; ma levatosi il sole, la infuocò; e per non aver radice, seccò. Un’altra parte cadde tra le spine; e crebber le spine e lo saffocarono. Un’altra finalmente cadde sopra una buona terra e fruttificò, dove cento per uno, dove sessanta, dove trenta. E accostatisi i suoi discepoli, gli dissero: Per qual motivo parli tu ad essi per via di parabole? Ed ei rispondendo, disse loro: Perchè a voi è concesso di intendere i misteri del regno dei cieli: ma ad essi ciò non è stato concesso. Imperocchè a chi ha, sarà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro per vie di parabole, perchè vedendo non vedono, e udendo non odono, nè intendono. E compiesi in essi, la profezia d’Isaia, che dice: Udirete colle vostre orecchie, e non intenderete; e mirerete coi vostri occhi, e non vedrete. Imperocchè questo popolo ha un cuor crasso, ed è duro d’orecchie, ed ha chiusi gli occhi, affinché a sorte non veggano cogli occhi, né odano colle orecchie, nè comprendano col cuore, onde si convertano, ed io li risani. Ma beati sono i vostri occhi, che vedono, e i vostri orecchi, che odono. Imperocchè vi dico in verità, che molti profeti e molti giusti desiderarono di veder quello che voi vedete, e non lo videro, e di udire quello che voi udite, e non lo udirono. Voi pertanto ascoltate la parabola del seminatore. Chiunque ode la parola del regno e non intende, viene il tristo e rapisce ciò che fu seminato nel suo cisore; questi è colui che ha seminato lungo la via. Colui che ha seminato lungo un terreno sassoso è quegli che ode la parola e subito la riceve con gaudio; non ha poi radice in sè, perchè e temporale. Suscitatasi una tribolazione od una persecuzione per la parola, subito si scandolezza. Colui che ha seminato fra le spine è quegli che ascolta la parola, e la sollecitudine di questo secolo e la fallacia delle ricchezze la soffoca e rimane senza frutto. Colui che ha seminato in buon terreno è quegli che ascolta la parola, l’intende, fa frutto e rende dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.

S. MATTEO, cap. 13.


Pensieri.

La maggior parte della semente va perduta.... Perchè, dunque, il seminatore non è più cauto e attento nel gettarla?

Pensiamo quanto tempo e quanta attività dovrebbe impiegare il seminatore, quando volesse impedire che nessun grano di semente cadesse sopra il terreno non