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Anno IX. | Sabato, 29 gennaio 1910. | Num. 5. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Educazione ed Istruzione
La Nicolò Tommaseo
ORGANIZZATEVI
La società ribolle. Due tendenze si agitano nel suo seno, e tendono a delinearsi sempre più, l’una contro dell’altra, la società naturalista e la società cristiana.
Queste due tendenze sono personificate in una delle più importanti rappresentanze sociali: la Scuola.
Il movimento che domina ogni classe sociale, l’organizzazione, portò a organizzarsi anche i maestri elementari. Migliorare le proprie condizioni, morali e finanziarie, fu un programma che si presentò gradito a tutti, che sedusse tutti. Ne usci la Unione Magistrale nazionale, che raccolse membri in tutte le parti d’Italia, e fu, si può dire, gigante appena nata.
Il principio religioso dapprincipio non fu nè accettato, nè negato: i maestri si collegarono come maestri, per trattare gli interessi di maestri, e null’altro. Perciò l’Unione raccolse i suffragi di tutti, senza distinzione di partiti, nè politici, nè religiosi.
La luna di miele durò poco. Una questione venne a presentarsi, l’insegnamento del catechismo nelle scuole.
Questo insegnamento non doveva essere considerato come insegnamento partigiano. Tale insegnamento era voluto dalla legge; tale insegnamento era voluto dalla grande maggioranza dei genitori, direttamente interpellati: era quindi un insegnamento che aveva per sè due principi, rispettabili per tutti — la legge e la libertà.Non fu così per molti maestri. Il Catechismo si disse insegnamento professionale, e si volle la così detta Scuola laica. E pazienza la scuola laica avesse richiesto soltanto l’esclusione dell’insegnamento del Catechismo, fatto dal Sacerdote: si volle l’esclusione de l’insegnamento del Catechismo anche fatto dal maestro e dalla maestra, che erano laici; si andò innanzi più ancora: a volere che ogni segno di religione fosse escluso dalla scuola, la preghiera, l’immagine del Crocifisso; più ancora a volere esclusa dalla scuola l’idea e la parola di di Dio, con tutto ciò che ha relazione diretta o indiretta con questa idea.
La Scuola laica, in seguito a tutte queste esclusioni, divenne, in via di fatto, sinonimo di Scuola atea.
Potevano i membri della Unione, che avevano la coscienza cristiana, che volevano conservar nella Scuola l’indirizzo cristiano, che volevano dare alla gioventù una educazione cristiana, accettare l’indirizzo antireligioso che andava sempre più delineandosi e affermandosi in seno all’Unione?
Da ciò la formazione della Società Tommaseo. Questo nome era un programma. È di Tommaseo la frase: La Scuola senza Dio, non è Scuola, è tana. Si affermava francamente con ciò che i maestri volevano conservato nella suola elementare l’insegnamento religioso del catechismo, voluto dalla legge, invocato dalla volontà dei parenti, salvo a esaminare e discutere, quale fosse il mezzo migliore di impartire questo insegnamento.
Nel 1906 si fece in Milano un Congresso nazionale dei Maestri; era un Congresso al quale tutti i Maestri nazionali potevano intervenire, Maestri appartenenti all’Unione, maestri appartenenti alla Tommaseo, maestri rimasti liberi, senza aggregarsi nè all’una nè all’altra Società.
Chi ha assistito alla prima seduta di quel Congresso ha potuto constatare la sopraffazione partigiana e violenta degli avversari dell’insegnamento religioso nelle Scuole elementari, dei fautori delle Scuole laiche. I membri della Tommaseo non ebbero neppure la libertà di parlare. Appena accennavano alla esposizione dei loro principî, chiedendo una imparziale discussione, erano zittiti, erano fischiati, erano obbligati a interrompere, non erano lasciati proseguire....
L’unica libertà loro lasciata fu quella di andarsene.