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Anno IX. Sabato, 22 Gennaio 1910. Num. 4.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Angelo Maria Cornelio. La celebrità di Giuditta Pasta — Lettera aperta al critico musicale della Perseveranza — L. V Un richiamo alla memoria di Napoleone III — Geremia Bonomelli. Il Divino Artista di Luisa Anzoletti.
Beneficenza. —Albero di Natale delle giovani operaie — Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi — Pensione famiglia per impiegate — Offerte per l’Opera Pia Catena.
Religione. —Vangelo della domenica di settuagesima.
Società Amici del bene. —Per una famiglia sventurata — Per la Provvidenza Materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.


Educazione ed Istruzione


LA CELEBRITÀ DI GIUDITTA PASTA


(Lettera aperta al critico musicale della “Perseveranza„)


Milano, 14 gennaio 1910.


Egregio Amico,

Mi permetto fare un appunto all’articolo pubblicato nella Perseveranza di ieri sulla rappresentazione della Sonnambula, per una frase sfuggita al critico riflessivo: «Bellini scrisse la Sonnambula — se non erro — per la Pasta e Rubini: due artisti sommi, almeno se dobbiamo prestare fede, e non c’è ragione di dubitarne, alla cronaca ed alla critica di quei tempi».

Perchè questa forma così dubitativa? La mia domanda si riferisce specialmente alla Pasta, la cui celebrità si è mantenuta viva attraverso quasi un secolo. Perchè noi italiani ci mostriamo tanto guardinghi nel parlare delle nostre glorie passate, anche quando possiamo illustrarle con documenti inoppugnabili?

Prendiamo la Vita di Bellini dell’Amore e vi troviamo che la Norma — andata in scena nel 1833 a Venezia, non fu sostenuta, come scrisse il Bellini medesimo, che dalla Pasta, àncora sicura in ogni naufragio.

Prendiamo Les Annales del 1908: «Ce rôle de Sémiramide fut également, au Théâtre Italien, le triomphe de cette Giuditta Pasta, qui fut peut-être la plus populaire de cantatrices italiennes chez nous, à cette époque. N’inspira-t-elle pas sa Niobé à Pacini, à Bellini la Somnambule?
Et Talma, un jour, après l’avoir entendue lui déclarait, avec des larmes dans les yeux: — Madame, vous réalisez l’idéal que j’ai rêvé; vous possedez les secrets que je n’ai cessé de chercher avec ardeur, depuis que la carriere théâtrale s’est ouverte devant moi, depuis que je considère la faculté d’émouvoir le coeur comme le but suprême de l’art».

Sono trascorsi molti anni dall’epoca dei trionfi della nostra Pasta; ma vive ancora qualcuno che la vide e la udì circonfusa di gloria, e ricorda quell’epoca di entusiasmi impossibili all’epoca nostra.

Pur troppo le esecuzioni degli artisti di scena non si possono nè dipingere, nè fotografare; ma degli artisti veramente grandi rimangono le memorie che dobbiamo tener vive.

Le pare? Saluti cordiali.

Aff.mo A. M. Cornelio

La Redazione del Buon Cuore ben volontieri si associa all’omaggio dovuto alla celebre e virtuosa Giuditta Pasta, basandosi non semplicemente sulla cronaca di quei tempi, bensì su documenti luminosi e irrefutabili. Facciamo tesoro innanzi tutto d’una interessantissima relazione, colla quale, associando i nomi e le memorie di Alessandro Volta e di Giuditta Pasta, una penna distinta (C. d’A.), or sono dieci anni, informava i lettori della Lega Lombarda dei preziosi cimelî che si conservano nel Museo Civico di Como.


Alessandro Volta e Giuditta Pasta.

(C. d’A.) Il riavvicinamento è alquanto strano, per lo meno, nè che io sappia, si trova in nessuna delle biografie dell’uno o dell’altra e tanto meno passerebbe per la testa di quei signori elettricisti che in Como si son dati convegno in questi giorni per fare onore al sommo fisico.

Eppure il riavvicinamento sta.

Per una di quelle bizzarre combinazioni di cui il caso — non giungo a mescolare la Provvidenza a queste inezie — si compiace, in uno stesso palazzo, di una delle città di questo mondo, un riavvicinamento fisico del grande scienziato e della grande attrice è già fatto.

Chi trovandosi in Como, per la via che direttamente conduce dalla piazza Cavour passando dinanzi al Duo-