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L’Egregio Critico ammira la semplicità della coniugazione; ma ― non è immancabile il ma! ― non vorrebbe certe forme, che non sono comuni alle tre o quattro principali Lingue Europee, e neppure troppo composte.

Ma si può rispondere ― chi mi obbligherà ad usare di quelle forme che non mi sono abituali, perchè non sono affatto del mio idioma? L’importante è che una lingua universale e convenzionale debba avere le forme comuni e le proprie di ogni lingua, le forme popolari e le artistiche, le commerciali, e le scientifiche, e anche le convenzionali... perchè ognuno possa parlare e scrivere come gli è abituale, e come, a seconda delle condizioni e delle necessità, gli deve essere proprio ed anche conveniente. Certamente che prima ciascuno dovrà imparare le forme che sono comuni alla propria lingua, poi quelle proprie della sua condizione, quindi le non comuni, infine le convenienti e convenzionali; se si vuole seguire il principio dell’insegnamento del passaggio dal facile al difficile,