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DI NICCOLÒ FRANCO. 171

che siccome ha saputo mordere malignamente coloro che gli fuggivano innanzi senza difendersi, così pur ora sappia con acutezza rintuzzare gli morsi altrui, e se ciò non vi mostrerà si come bastevole non fia mai, qual maschera porrete al volto della vostra vergogna, che non vi vergogniate di voi medesimi, avendo preso terrore d’un vil cane, il quale abbia sol fiato da latrarne gli oltraggi altrui, e non denti da vendicarsi gli oltraggi suoi? Ma che più dico di voi a che più mi riscaldo in vituperarvi? Bastinvi per ora i vituperj, ove v’ha posti colui che voi cotanto onorate, finchè io scorto da quella virtù che la bontà d’Iddio a qualche buon fine m’ha data, avendo prima sotterrati i suoi vizj, abbattuta l’invidia de’ suoi seguaci, confusa l’ignoranza di quei pochi che l’amano, vendicatomi de’ miei falsi amici, potrò a più bell’agio rivolgermi a tutti voi, sì che alla fine vi si facci conoscere qual sia stato il più vero di voi flagello.



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