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III.

DA EMPOLI A PONTEDERA


Empoli giace in mezzo ad uno dei tratti più ed aperti del l ferìore. Appoggiata «la un lato all’argine dell’Arno, ha tutt’all’i raggio di pianura, Le colline che corrono parallele al cor o d< scano par che in questo punto si siano tratte indietro per in cotitr’argine o, meglio ancora, un immenso anfiteatro. All’estremità ’li q s’iualzmo come tante vedette,

Montalbano e il Monte Pisano da un lato. Monte ( ’astrilo e il poggio di San Miniato dall’altro. Sulla linea delle basse colline, ogni prominenza è occupata da un grosso paese, da un castello, da un villaggio. Sulla destra del fiume, Vinci, Vitolini, Lamporecchio, Lardano, Cerretoguidi, Petrojo, Fucecchio, S. Maria a Monte, Montecalvoli, Montecchio; sulla sinistra, Samontana, il Cotone, Monterappoli, la Bastia, San Miniato, Cigoli, Montopoli, Marti. A tramontana par che la linea di colline si sia abbassata per permetter la vista de’ poggi leggiadri della Valdinievole, sui quali si adagiano Monte Vettolini, Monsummano alto, Montecatini, Massa, Cozzile, Colle, Stignano, Buggiano, Uzzano. E dietro a questa doppia barriera di colli, inalzano le maestose e frastagliate vette gli Apennini Pistojesi, i monti di Lucca e lontano lontano i picchi delle Alpi Apuane biancheggianti, ora per i marmi che spuntano da’ fianchi squarciati dalle mine, or per le nevi che vi si addensano sfidando la potenza del sole estivo r icj. u C1 3KJi C.-.LIV j. k EMPOLI — CHIESA DI S. MARIA A RIPA — DELLA ROBBIA: S. LUCIA. Nei piani feraci per i rigo- lFo t. Aiinari).