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L'uomo politico. 337 proprio tedioso ( I ), come pure per quello sul ,noto in contrario dell'universo, e per quello del Sofista (2) intorno all'essenza di ciò che non è, pensando non fossimo andati troppo in lungo; e per tutto ciò ci siamo rampognati da noi stessi per timor di aver detto cose insieme superflue C ed inutili. Acciò dunque in avvenire non cr suoli) Tuùitjg re ov% fatar a aitijg ivexu xf/g Svii%e(>elas, jj|i ,rtpì ti/v ftaxpoÀoytav xì/v negl xì/v b<pavnxìtv ànt- fc§à/uda Suozepù;, x. x. A. Così anche il Burnet, ma il senso non corre troppo liscio e il costrutto è più che dubbio: ritenuto clic il guasto sia in fa negl I’Hermank suggerì correggerlo in 1}l’.ifp, il Wagner (Rh. M. 1857 p. 309) in fi*xeQ, e ciò è pure possibile, sebbene non senza durezza: nè mi soddisfa 1}» niqi del Mueller, che il dire rregì óvoyiQttav StneSegàfie&a Svoftepùig xì/v fiaxfioÀoylav non capisco che senso abbia, come mi pai- goffa anche la frase ilvir/epe/gg fa àneSe§dfie&a Svo- 2t(ws- Anche a intendere àn. Svrry. come sinonimo di ItvayeQÙvauev, l’oggetto suo non potrebbe essere ancora fa ma xì/v ftaxgoAoylav, come il Campbell stesso, che difende il testo, tacitamente consente. Su miglior via eia perciò lo Stalliìaum, che voleva spostare fa e porlo dopo iupavtuufa; poiché peraltro ixpapxixfa fa c bruttissimo, crederei provveder meglio e al senso e al suono e alla sintassi portando fa dopo tiuxpoÀoyiav c sopprimendo ivi il n/v. così: fvexa xijg óvo/epelag pi rfa uaxyoAoytav fa negl xfa iitf>. àn. SvoyeQwg, E secondo questa lezione ho tradotto. (2) xal rfa toì> aotptatov jxìqi xijs xoi> /iìt Si>xo$ oòalag. Cosi il Campbell e il Burnet: gli altri hanno negl, e va preferito, anche perchè con negl si muta meno il costrutto: solo scriverei anche qui 2o<ptoioi> con la majuscola, intendendolo come il titolo del libro, al pari che a pag. 284 B. Fraccarou, 11 Stful*. 19 338