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ali? 328 1.'intimi f'olitica. Fok. Della lunghezza e della brevità e d'ngnj sovrabbondanza o mancanza. Perocché, è vero5 D per tutte queste cose c'è l'arte di misurare Socr. c.iov. Si. For. Dividiamola dunque in due parti, poiché è necessario per ciò che ora cerchiamo. Socr. giov. La distinzione mi dirai dove farla For. Qui : l'una relativa ai rapporti rectprorfj di piccolezza e di grandezza, l'altra relativa all'essenza necessaria per(chè si produca) la generazione (i). (l) tò fi ir xarà iì,v npòs àAAfjAit fieyé&oug xo! 0„,. xpórijro; y.ninun’ar, tò ól y.atà tìjr yeniaem^ èray xaiav fyatav. Platone l'u il primo che conoscesse l’essenza della definizione veramente razionale e che cercasse di formularla : non è perciò meraviglia se qualche volta non gli riesce troppo chiara. Badisi bene però che qui la xoivtovla non deve essere intesa coinè nel Fedone, nel senso tecnico del partecipare delle cose alle idee, sia perchè la teoria della partecipazioni- dal Parmenide in poi è abbandonata (cfr. i miei Prolegomeni al Timeo), sia perchè la y.otrcovtu delle idee co. inimicherebbe l’essere alle cose, e l’essere è espressamente escluso da questo caso; senza dire che la xoifawfu dal Sofista in poi dovrebbe in senso tecnico esser riserbata ai rapporti delle idee tra di loro. Si deve perciò intendere' bonariamente della relatività e reciprocane» dei rapporti. Anche più oscuro pare il secondo membro del periodo, ina però è spiegato subito dopo (p. 284 A), dove è detto che senza un giusto mezzo non ci sarebbero arti : il mondo fenomenico infatti è esemplato so di un paradimma fisso, senza del quale non esistei ebbe, o non potrebbe in alcun modo esser conosciuto: questo paradimma è la odala necessaria, perchè su di esso si