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368 della poesia tragicomica.

Ma non pare che sia senza difficultà lo intendere con qual’altri si sieno accozzatti insieme due poemi di spezie differentissimi, sì che un terzo ben regolato e non difettoso se ne sia tratto: parendo cosa impossibile che ’l poema tragico, lagrimoso, si possa mai accordare sì ben col comico, tutto riso, che l’arte non se ne dolga. Accresce questa difficultà ch’ogni poema, quanto è più perfetto (parlando dell’unità non nuda, ma ben vestita); la quale eccellenza è per modo commendata da tutti i buoni maestri di queste arti, che vizioso debbia stimarsi qualunque s’è quel poema che ne sia privo. E se la tragedia e commedia, quando son separate, possono agevolmente cadere in questo difetto, che sarà poi della lor terza spezie, che senza moltiplicità par che sonsiderare e profferir non si possa? E nel vero è troppo ragguardevole, e necessaria parte, in ogni sorte di poesia, questa unità: sì perciocchè la forma che dà l’essere a