Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/388

Ti dirò sol, che perdei l’opra e ’l frutto.
Scrissi, piansi, cantai, arsi, gelai,
Corsi, stetti, sostenni, or tristo or lieto,
Or alto or basso, or vilipeso or caro:
E come il ferro delfico, stromento
Or d’impresa sublime, or d’opra vile,17
Non temei risco, e non schivai fatica.
Tutto fei; nulla fui: per cangiar loco,
Stato, vita, pensier, costumi e pelo,
Mai non cangiai fortuna. Alfin conobbi
E sospirai la libertá primiera:
E dopo tanti strazi, Argo lasciando
E le grandezze di miseria piene,
Tornai di Pisa ai riposati alberghi,
Dove, mercè di providenza eterna,
Del mio caro Mirtillo acquisto fei,
Consolator d’ogni passata noia.
URANIO.
Oh mille volte fortunato e mille
Chi sa por meta a’ suoi pensieri in tanto,
Che per vana speranza immoderata
Di moderato ben non perde il frutto!
CARINO.
Ma chi creduto avria di venir meno
Tra le grandezze, e impoverir nell’oro V