come proprio fratello e lialissimo compagno della persona e delle facilità gli avea commesso el governo. El che Malem, dal suo messere Martino nominato, vedendosi da sì infima miseria a sì degne mani pervenuto, laudando Iddio, si teneva oltra modo contento, e ben servire con maggiore instantia ogni dì studiava; e ben che el fuggirse con tale libertà ogni dì gli fosse stato concesso, pure da lo amore de' recevuti benefizii restretto, mai tale pensiero nel suo petto se possette firmare. El perchè Guidotto per dimostrarli l'ultimo grado de suo amore, venne in nel disìo volerlo tentare di farlo cristiano, a tale li potesse alcuna figliola de bon nato per moglie con bona parte di soe facultà donare; e un dì chiamatoselo con acconcia maniera tale suo desiderio li fe' manifesto. Al quale Martino con umiltà grande rispose: Signor mio, cognoscendo el miserrimo stato nel quale era allora che per vile servo me comparasti, e quello che per toa innata bontà e naturale virtù e senza io avertene data cagione me hai esaltato, non solo in questo che per mia commodità con tanto amore e carità me inviti doveria volontario venire, ma dove il bisogno tuo il recercasse lo perdere de la propria vita non denegare; tuttavia non dovendosi a te niuno mio piccolo o grande affare occultare, sappi, che, il vero o falso di nostre leggi alla verità lassando, la mia non intendo, se morte ne dovessi recevere, per altra cambiare: supplicote per la tua gran virtù di ciò più l'animo mio non inquietare. Ma se a compimento de lo incominciato bene ti dignassi a mio patre, che notevole e grandissimo mercante tra Mori è cognosciuto, mandarme, speraria in breve tempo farte de li frutti de