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il mistero del poeta 25

persona incominciò a sentirsene offesa o a soffrirne amaramente, quando la gente ci biasimò, parve che un soffio di vera passione entrasse in noi. La signora non si mostrò più tanto sicura di sè. Che il mondo ci giudicasse colpevoli era come un freno levato di mezzo; era un potente eccitamento al male quel subirne già gli effetti così. Per parte mia avevo la coscienza di scendere pian piano verso un abisso da cui salissero vampe calde a infiammare i sensi, a oscurare il pensiero. Sapendo di perdermi, mi ci sentivo tuttavia tratto da quello stesso istinto perverso. Però qualche volta mi arrestavo con terrore, mi proponevo di resistere. Una simile passione, fuoco di sensi più che di spirito, era contro la mia fede, contro l’alto ideale cui avevo desiderato conformarmi nella vita e nell’arte. Mi pareva di stare imprimendo un marchio d’ipocrisia o di vergogna sulla mia vita, sull’opera mia, sulla mia memoria presso i venturi, di tradir vilmente la mia bandiera. Ma poi non avevo la forza di astenermi dal vederla sola le poche volte che ciò era possibile, sapendo con quale fede ero atteso; e quando ero con lei, la sua bellezza, il suo tur-