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ed oltraggi alla Chiesa, diede luogo davvero a pensieri di pace. Questa fu conchiusa l'anno appresso (1177) in Venezia, dove si era recato il pontefice Alessandro III per attendervi l'Imperatore. Il giorno 24 luglio era il papa nella basilica di S. Marco in abiti pontificali circondato da suoi cardinali col patriarca di Aquileia e con molti arcivescovi e vescovi. Quando comparve Federico alla sua presenza gettò il manto e con tutto il corpo di prostese ai piedi del sommo pontefice e glieli baciò. Non potè contenere le lagrime per la gioia il buon papa Alessandro e sollevatolo con tutta benignità gli diede il bacio di pace e la benedizione. Allora fu intonato il Te Deum e Federico, presa la destra del Pontefice, lo condusse al coro della basilica, dove ricevette la benedizione pontificie1.

La vittoria dei collegati presso Legnano assicurò definitivamente l'indipendenza delle città Lombarde, ma la pace non fu conchiusa tra essi e Federico, che dopo spirati i sei anni di tregua, che questi aveva con loro stipulati in Venezia. Egli si era condotto l'anno 1183 in Costanza: quivi tutte le città mandarono i loro deputati. Le città nemiche dell'Imperatore erano Milano, Brescia, Piacenza, Bergamo, Verona, Vicenza, Padova, Trevigi, Mantova, Faenza, Bologna, Modena, Reggio, Parma, Lodi, Novara e Vercelli; le città del partito imperiale erano Pavia, Cremona, Como, Tortona, Asti, Alba, Genova e Alessandria. In conseguenza di questa pace, che fu chiamata di Costanza, scrive il Muratori, le città suddette restarono in possesso della libertà e delle regalie e consuetudini, ossia dei diritti che già da gran tempo godevano, con riservare agli imperatori soltanto l'alto dominio, le appellazioni e qualche

  1. Il Muratori nei suoi Annali, che noi abbiamo sin qui compendiati, soggiunge: «Per attestato di Sire Raul nel settembre di quest'anno un orribile diluvio, tale, che di simile non vi era memoria, si provò nelle parti del Lago Maggiore, il quale crebbe sino all'altezza di diciotto braccia (se pure, come io vo credendo, non è scorretto quel testo) e coprì le case di Lesa, con restare allagati dal fiume Ticino tutti i dintorni, di maniera che dalla Scrivia si andava sino a Piacenza in barca.» — Fiorì Sir Raul nel XII secolo; fu console di giustizia in Milano e scrisse la guerra col Barbarossa (1134-1177).