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Ottone entrò in Pavia senza resistenza veruna, e quindi intimata una dieta in Milano, vi fu nuovamente riconosciuto dai Grandi del regno, e questa volta anche incoronato re d'Italia colla corona di ferro dall'Arcivescovo Valperto o Gualberto nella basilica di S. Ambrogio; dopo di che si dispose tosto a partire alla volta di Roma, dove l'anno appresso (962) fu da papa Giovanni XII incoronato imperator de'Romani. Reduce da Roma Ottone esercitò l sua liberalità verso molte chiese del regno e verso i conti, i marchesi ed altri magnati. Si crede che in questa occasione anche l'Arcivescovo Valperto abbia conseguito di molti beni e dominii per la sua sede, benchè non si sappia quali. Quindi si portò ad assediar Willa nell'Isola di S. Giulio colla speranza di trovare ivi ammassati grandi tesori. Dopo circa due mesi Willa dovette arrendersi al vincitore, che spogliatola d'ogni suo avere la lasciò in libertà di raggiungere il marito in S. Leo1.

Fu in questa occasione che Ottone in rendimento di grazie a Dio per l'ottenuta vittoria fece la donazione di molti beni alla

    berto e Guido, dopo di avere vagato qua e là, occuparono coi loro seguaci la fortezza di Garda sul lago di questo nome e quelle di Valtravaglia e dell'Isola Comacina. Quosdam tamen munitiones cum suis sequacibus possidebant, hoc est Gard et Travallium et Insulam in lacu Cumone. È questa la prima memoria che si abbia della rocca di Travaglia, dalla quale secondo il Giulini (Parte II, pag. 306 e segg.) prese il nome la Valle, che le è sottoposta. Non dee però omettersi che altri al contrario deducono il nome di Trevalia dalle tre valli, che confluiscono in una, e sono dominate da questa rocca (Vedi il Brambilla l. c. Vol. 2, pag. 116). Il medesimo Giulini poi è di opinione, che questa sia stata allora espugnata dall'Arcivescovo di Milano, Gualberto (ivi, pag. 329).

  1. Ho già accennato alla pag. 36, che fu in questa occasione, durante forse l'assedio o poco dopo, che nacque S. Guglielmo fondatore del monastero di S. Benigno di Fruttuaria nell'agro Vercellese a poche miglia dal Po; ora aggiungo che Rodolfo Glaber, che scrisse la vita di questo Santo, pubblicata dai Bollandisti sotto il giorno primo di Gennaro, chiama il luogo, nel quale nacque: quoddam castrum situm in lacu urbis Novitiae, senza che alcuna annotazione rettifichi questo passo, che a mio parere deve essere emendato colla sostituzione di Nocaviae in luogo di Novitiae. — In quest'epoca pare che fiorissero in Novara i buoni studii per opera specialmente di Stefano grammatico e di Gunzone diacono Novarese. Vedi il Morbio nella sua opera Francia ed Italia, pag. 55 e seg.