Pagina:Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee - Vol. 1.pdf/292


— 273 —

regno. Ma i fautori dell'estinto Lamberto avversi a lui chiamarono in Italia Lodovico re di Provenza. Questi accorrendo tosto all'invito vi fu anche subito incoronato re d'Italia (900). Berengario allora per sostenersi sul trono ricorse strategicamente all'aiuto degli Ungheri, i quali prontamente invasero il Friuli e scesero nella Lombardia mettendo a ruba e a fuoco ogni cosa, e menando stragi dovunque de'miseri abitatori. Fu da questa sciagurata invasione e da altre molte, che si successero da poi brevi distanze l'una dall'altra, ch'ebbe origine quel numero sterminato di castelli e di fortilizzi non solo nelle città e terre più ragguardevoli, ma persino dei più piccoli villaggi. Scaduto per questo Berengario nella stima degli Italiani, e obbligato a ritirarsi in Baviera, vide il suo potente avversario l'anno appresso (901) incoronato Imperatore da Papa Benedetto IV.

Potè tuttavia Berengario ragunare intorno a se buona scorta de'suoi più fidi soldati, e con questi scendere novellamente in Italia, e penetrare coll'aiuto de'suoi partigiani notte tempo in Verona, dove Lodovico se ne stava tranquillo, farlo prigione e obbligarlo a ripassare le Alpi (902). Tentò questi tre anni appresso coll'aiuto di Adelberto duca di Toscana di ricuperare il regno perduto, ma poco stante sorpreso di ben nuovo in Verona, Berengario gli fece cavare gli occhi, e rimandare (905) in Provenza, dove tenne bensì ancora il titolo d'Imperatore, ma senza comando alcuno in Italia.

Rimase così da quell'anno Berengario pacifico possessore del regno1, ed anzi potè conseguire un dieci anni appresso

  1. Un diploma di Berengario del 13 giugno 908, col quale conferma a Gariardo, Visconte di Adalberto marchese di Ivrea, le corti di Caddo e di Premosello site nel contado dell'Ossola (in Comitatu Oxulensi) proverebbe l'esistenza di questo contado anteriore al 1014, in conformità di quanto ho opinato di sopra (pag. 200 e segg.). Non ne ho fatto però allora menzione, perchè trovandosi una copia di esso soltanto nel vol. MS. rerum Novariensium dell'Avv. Melli di Borgomanero e senza l'indicazione della sua provenienza e vedendolo d'altronde ignorato dal Giulini e dagli altri tutti che trattano l'Ossola, non chè omesso nelle grandi collezioni, che ho di sopra allegate, nell'incertezza della sua sin-