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appartengono per la maggior parte gli scherzi pubblicati nel 1589 sotto il titolo di Rabisch dra Academiglia dor compà Zauargna, nabad dra Vall d'Bregn ad tucch i su fidigl soghitt (cioè Scherzi dell'Accademia del compare Zavargna abate della Valle di Bregno e di tutti i suoi fedeli soggetti). Vi ha di questo lavoro una ristampa del 1627. Tuttavia non è a dire che il dialetto siasi conservato in questi scritti nella sua purezza e naturalezza e scevro da quelle esagerazioni, che ognuno ben comprende doversi supporre.

Più utile sotto questo rispetto sarebbe il Vocabolario che del dialetto della Valle Anzasca, limitrofa al nostro Lago, compilò il valente professor Belli, nativo di quella Valle1 e che rimase inedito. Si trova esso pure nella Biblioteca Ambrosiana, donde un saggio ne trasse il lodato Cherubini, che sta nelle sue Collezioni Dialettologiche MSS., come ne attesta il Prof. Ascoli nel suo Archivio Glottologico Italiano, Torino, 1873 (Vol. 1, p. 253).

Contemporaneamente al Prof. Belli lavorava anche un altro distinto professore nativo di queste sponde, Luigi Cobianchi, del quale si conservano manoscritti presso il Sig. Giacomo Cobianchi d'Intra gli Studii sui dialetti delle Valli Anzasca ed Intrasca con una serie di vocaboli di queste Valli in ordine alfabetico. A questi quasi appendice si aggiungono del medesimo le parole del gergo usate dai peltrai della Valle Anzasca, ed in fine i vocaboli particolari del dialetto di Trobaso e di Cossogno, raccolti dal Sig. Francesco de Notaris, zio, che fu, del Prof. Giuseppe de Notaris, del quale abbiamo fatto cenno sopra.

Tali sono le più importanti memorie lasciateci dai Longobardi. Io mi sono alquanto diffuso nella loro esposizione, perchè le reputo altresì necessarie al proseguimento del mio lavoro.

  1. Il Dialetto della Valle Anzasca è in sostanza il medesimo delle nostre vallate Comasche, scrive il Monti nel suo Vocabolario cit. p. 478.