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mente giuocano e non mantengono ballerine, bevono senza allegria, nè si espongono al rischio di far correre barberi. Esemplare condotta che non saprebbesi abbastanza lodare; ma, perdio, le bambole che balbettano babbo o mamma neanche lasciansi andare alla libera in giòliti e tripudii.

Un bel giorno, trovansi i messeri aver vencinqu’anni, età questa in cui un Americano ha esercito dieci professioni diverse, corso quattro volte propizie fortune, una volta fallito, fatto due campagne, piatito in tribunale, predicato una religione, spento sei uomini a terzettate, affrancato una negra, conquistato un’isola. Un Inglese ha subito due tesi, è stato addetto ad una ambasceria, ha fondato una banca, convertito una cattolica, compiuto il giro del mondo e letto tutte le opere di Gualtiero Scott. Un Francese ha messo in verso una tragedia, scombiccherato articoli in due diarii, ricevuto tre pungigliate o sberleffi di spada, tentato due suicidii, vessato quattordici mariti e variato diecinnove volte di opinioni politiche. Un Alemanno ha sfregiato quattordici de’suoi intimi amici, ingollate sessanta grosse botti di birra e la filosofia di Hegel, cantarellato undicimila strofe, compromesso una fantesca, fumato un milione di pipe, ed immollato in due rivoluzioni. Ma il principe romano nulla ha fatto, nulla veduto, nulla appreso, nulla amato, nulla patito. E nel modo stesso dischiudesi l’inferriata d’un convento, e tirasene fuori