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poco vantaggiosa agli ebrei, perchè non manca negli ufficiali nostri buona volontà; ma quella dei preti, più potente e malvagia, vi frammette ostacolo. Vuo’ raccontarvi in proposito un recente aneddoto, in cui vedrete la lotta del doppio influsso.

Un ebreo di Roma, a dispetto della legge, erasi dato a coltivare i campi; un cristiano salvava le apparenze, postolo all’ombra del suo nome: ma i vicini sapevano che il ricolto era proprietà dell’ebreo; e dalli, a chi più rubasse impunemente. Ogni cosa fu presto devastata, ed il campo in balia al disordine. Il povero fittaiuolo, che vedevasi deserto, prima d’agosto, imploro che gli fosse concesso di richiedere guardia giurata per la difesa del suo poderetto. Ma l’autorità rispose che non permetterebbe mai che un cristiano giurasse in servizio di un ebreo. Rinviato cosi, narrò il misero suo stato ad alcuni officiali francesi, implorando assistenza dal generale in capo. Il sig. di Guyon, uomo, se altri mai, di gran cuore, prese pensiero della bisogna, e ne tenne parola al cardinale. «Signor conte (questi rispose), voi domandate impossibil cosa; ma siccome il governo del Santo Padre nulla può diniegarvi, faremo come vi piace. Non solo il vostro ebreo avrà guardia giurata, ma, in vostro riguardo, la sceglieremo di nostra mano.»

Il generale, contento di avere eseguita una buona azione, sen va con Dio. Ma, tre mesi scorsi, e l’ebreo sempre tormentato da’ furti,