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dominante. Non io gli rimbrotto d’avere sgozzalo pagani: usò rappresaglia. Ma in buona giustizia ha ucciso troppi ebrei.

Non in Roma: i Papi serbavano uno scampoletto della razza maledetta per condurla innanzi a Dio al giudizio finale. La Scrittura aveva promesso agli ebrei che trascinerebbero miserabile vita sino alla fine de’secoli: la Chiesa prese cura di serbarli vivi e poveri. Ella fece loro un serraglio, come ne abbiamo al Giardino delle piante per gli animali curiosi; e gli ebbe collocati, prima, nella valle Egeria, di poi in Trastevere, finalmente al ghetto. Si permetteva loro d’andare attorno per la città per mostrare ai cristiani quanto l’uomo è schifoso e degradato, allorachè non è cristiano; ma, giunta la notte, eran chiavate le porte. Il loro recinto era chiuso nel l’ora in cui i fedeli vanno a dannarsi al teatro.

In certe solennità il consiglio municipale di Roma offriva spettacolo al popolo, una corsa di ebrei; si sostituirono poscia cavalli, quando la moderna filosofia ebbe alquanto ammansito la fierezza del costume. Ogni anno, il senatore della città regalava ad essi officialmente un calcio al tergo; ed era grasso che cola; ed essi in cambio, 4,000 lire. Ad ogni esaltazione, avevano a porsi ordinati sotto l’Arco di Tito per offerire una Bibbia al Papa, Pagavano la spesa d’un predicatore che aveva preso a cottimo di convertirli; e quando non si recavano ad udirlo, pagavano