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ha luogo nello Stato del Papa quattro volte al di; ne dò malleveria la statistica del 1853. È male grande pel paese, ed anche per l’Europa seria sventura. La scuola del pugnale, fondata in Roma, stabilisce succursali altrove. E noi abbiam veduto i più sacri interessi della civiltà messi sotto il pugnale, di che han fremuto tutti gli onorati uomini dell’universo, senza eccettuarne il Papa.

Eppur, sarebbe faccenda di poco momento levar lo stiletto dalle mani de’ suoi sudditi. Non richiederebbesi ch’egli rifacesse l’educazione del popolo, ciò che vorrebbe tropp’agio; nè che raddrizzasse il procedimento della giustizia civile, cosa questa che moltiplicherebbe il numero de contendenti nello scemare quello degli assassini. Basterebbe troncare, presto e a modo, qualche mala testa: ma ei ripugna. Gli assassini da taverna non sono punto nemici del governo.

Ei corre dietro ad essi per seguitar l’usanza de’paesi civili; ma concede spazio bastante per porsi in salvo; e se giungessero alla riva di un fiume, si cesserebbe dallo inseguire; chè potrebbero affogare guadandolo, e perire senza confessione. Di più: se essi aggrappano la tonaca d’un cappuccino; son salvi: se entrano in una chiesa, un convento, uno spedale, son salvi: se pongon piede su dominio ecclesiastico, o su proprietà clericale (e ve ne ha per 500 milioni nello Stato), la giustizia s’arresta e rimane spettatrice di loro fuga. Una parola del Papa basterebbe