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66 parte prima

I Veda non avevano più pel Buddha nessuna autorità, le caste erano eguagliate, gli Dei tenuti come esseri di poco superiori agli uomini; e lo stesso Brâhman, spogliato della sua autorità suprema e della sua qualità di creatore, giacque dimenticato e confuso con le altre divinità inferiori. La sola metempsicosi o la trasmigrazione, fra le credenze brâhmaniche, rimase nel Buddhismo modificata in quella guisa che in appresso vedremo.

L’abolizione delle caste fu la riforma che contribuì, più che le altre, allo incremento e al rapido estendersi della religione buddhica. L’essere stato, Gâutama, di lignaggio nobile, gli facilitò di molto quest’opera di salutare distruzione; imperocchè non poteva supporsi che facesse egli questo per ambizione, o per odio o per dispregio de’ grandi. Sarebbe lunga e inutile fatica il citare tutti i passi delle scritture buddhiche, che provano come il fondatore della nuova religione riguardasse tutti gli uomini collo stesso amore, ed egualmente degni dei suoi insegnamenti; ma non possiamo fare a meno di riportarne alcuni, in prova di quanto diciamo. — La mia legge, dice Çâkyamuni, è la legge della grazia per tutti.1 La dottrina che espongo è assolutamente pura, e non fa differenza tra grandi e piccoli, tra ricchi e poveri. Essa è come l’acqua, che piccoli e grandi, ricchi e poveri, buoni e cattivi, lava e purifica. Essa è come il fuoco che abbrucia e distrugge rocce, monti, alberi e tutto ciò che è sulla terra; è come il cielo che riceve donne e uomini, fanciulli e fanciulle, ricchi e poveri.2 Al pari dei quattro grandi fiumi, che, sboccando nel Gange, perdono il loro nome, appena le acque loro si confon-


  1. Burnouf, i, p. 206.
  2. Schmidt, Der Weise und der Thor, p. 282.