role inutili; peccati che si riferiscono allo spirito, cioè la concupiscenza, la malizia, la incredulità.1 Oltre a ciò una quantità di minuzie intorno alla maniera di conversare, di muoversi, di vestirsi ecc., riempiono i libri che trattano della vita monacale.
Diciamo ora qualcosa della parte che ebbe Çâkyamuni nella riforma della società indiana del suo tempo. — Alcune delle antiche religioni tenevano come sacrosanto dovere, che un popolo, il quale professava certe credenze; che una tribù, una classe di gente, una famiglia, che godevano di certi privilegi, conservassero puro il sangue, e incontaminato. Così ebbero origine le caste, nelle quali si distinsero alcune nazioni dell’antichità. Caste che, fiere ciascuna de’ propri diritti, si mantenevano l’una dall’altra nettamente distinte; mentre d’altro lato legavano strettamente fra loro gli uomini d’uno stesso lignaggio: così che l’individuo sembrava non avesse esistenza indipendentemente dalla classe, nella quale era nato. Quantunque in pratica il numero delle caste, in cui si suddivide anche oggi il popolo indiano, sia assai grande, poichè ogni professione, ogni arte, ogni mestiero è esercitato, per eredità, da un ordine distinto di persone; tutte queste varie classi possono essere considerate nelle quattro caste principali: preti, soldati, mercanti, agricoltori.2 Una tale distinzione risale a tempi molto re-
- ↑ Hardy, Man. of Bud., p. 460.
- ↑ Megasthene annovera, tra il popolo dell’India, sette caste invece di quattro: brâhmani, soldati, mercanti, agricoltori, pastori, ispettori, officiali dì stato. (Megasthene, in Strabone; India, sez. 41). Anche Erodoto (ii, 91) suddivide il popolo dell’Egitto in sette caste: preti, soldati, pastori, mandriani, mercanti, interpreti, piloti; mentre Strabone (Egitto, sez, 3) lo suddivide in tre caste solamente, cioè preti, soldati e agricoltori.