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perciò non piango soltanto con chi soffre e per chi è vinto, ma ammiro ed amo chi lotta e vince; ed ecco perchè le finezze del mio sentimento non degenerano mai nelle aberrazioni e nelle sciocchezze del sentimentalismo. Credo profondamente nell’amore, perchè ho molto amato e del divino sentimento conosco tutte le gioie e tutti gli spasimi, ma penso che l’umanità sarebbe più felice, e l’arte meno morbosa se si tributassero meno lodi e meno incenso alla sua terribile sovranità.

Quindi è perfettamente naturale che non possa soffrire i flirt e certe forme di letteratura femminile a base di svenimenti, di languori, di sonetti, e di lume di luna. Tutto ciò si confà poco al mio carattere ridanciano e al mio spirito di dignità. Nei rapporti con gli amici e coi conoscenti sono affettuosa, semplice, senza pose; ma odio tutte le forme di volgarità, e tutte le infrazioni — permesse e non permesse — alla legge della gentilezza e della cortesia.

L’esperienza della vita mi ha reso alquanto diffidente e degli uomini e delle loro promesse: ma non impongo agli altri il mio scetticismo e la mia incredulità, e sopratutto mi guardo bene dal parlare di certi argomenti coi giovani perchè non voglio che essi credano con leopardiano sconforto legge dell’umanità ciò che forse è il destino di un solo individuo. Amo poco la conversazione e sono molto lieta quando in compagnia di qualche buon amico che mi intenda e mi voglia bene, possa esercitare sul mio prossimo le tendenze.... un po’ troppo critiche della mia lingua birichina. All’arguzia della frase ed alla finezza dell’osservazione hanno contribuito la nascita, la compagnia,