Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/199


191


dal francese, e che avevo intitolato «Un’ora di svago». Andandovi, vi conobbi il De Gubernatis e siccome stavo allora preparando il materiale per un nuovo libro di educazione «Come vorrei una fanciulla» edito da Enrico Trevisini egli me ne chiese qualche pagina che io gli cedei molto volentieri.

Così cominciò la mia collaborazione alla Cordelia.

Anima della ditta Le Monnier era il compianto Niccolino Nobili; a cui l’illustre Desiderio Chilovi — oggi bibliotecario della nostra «Nazionale» suggerì l’idea della «Biblioteca delle giovinette». Per quella biblioteca si erano già pubblicati parecchi volumi che avevano però incontrato poco il favore del pubblico. Non che i libri fossero difettosi di contenuto e di forma; non che i nomi degli autori, tutti noti e meritevoli di lode non dessero una sufficiente garanzia di successo; ma forse era in parte sbagliato il concetto che ispirò la pubblicazione. I Le Monnier avevano voluto offrire alle giovinette lettrici dei libri assolutamente morali; e preoccupati da questa idea non avevano esitato a sottoporre a quell’unico principio l’accettazione di lavori che avevano soltanto un’importanza artistica. Per ciò, nella «Biblioteca delle giovinette» si pubblicarono edizioni classiche mutilate e sciupate in nome della morale.

Anche a me si richiese un volume di novelle, ed io lo detti ben volentieri. Offersi i Racconti che dovettero il loro successo alla sincerità artistica a cui furono ispirati: una sincerità artistica che senza varcare i limiti della convenienza (la convenienza delle giovinette, s’intende) seppe sciogliersi dai vincoli di una morale obbli-