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I ricordi del Capitano D'Arce 15

stesse per svenire, cogli occhi smarriti, il seno palpitante... balbettando: lui! lui!

Proprio lui che l’aveva voluto, non è vero? Una povera donna il più delle volte si butta nel precipizio pel timore dell’abisso! Non ascoltava più, non capiva più che così facendo si accusava della colpa di cui eravamo innocenti.... Innocenti dinanzi agli uomini e dinanzi a Dio! Essa era caduta come una morta sul canapè, fissando gli occhi spaventati sull’uscio, quasi aspettando di veder comparire di momento in momento il suo giudice e il suo giustiziere.... Aspettai anch’io, in piedi, abbottonandomi macchinalmente l’uniforme, come si aspetta in un duello la pistolettata dell’avversario.... cinque minuti... dieci... un’eternità. Nulla, non era stato nulla. La cameriera venne a dire poco dopo che eran venuti a cercare il padrone per un affare di servizio.

Accidenti al servizio! La povera signora mi fuggì di mano come un’anguilla, e non volle più saperne di ripigliare il duetto, proprio quando avevo tante altre cose da dirle, quando il suo viso pallido e i suoi occhi stralunati mi davano le vertigini, mentre respingevami colle mani tremanti, balbettando: — Andatevene! andatevene!...