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capitolo xxvi. 505

bene, e quel poverino, è proprio vero che lo riguardavate come vostro... sì, come un figliuolo, oh! fate mezzo per uno; chè, sicuro, Iddio non ci mancherà. Cercate un’occasione fidata, e mandateglieli, chè sa il cielo come n’ha bisogno!”

“Ebbene, cosa credi?” rispose Agnese: “glieli manderò davvero. Povero giovine! Perchè pensi tu ch’io fossi così contenta di que’ danari? Ma...! io era proprio venuta qui tutta contenta. Basta, io glieli manderò, povero Renzo! ma anche lui... so quel che dico; certo che i danari fanno piacere a chi n’ha bisogno; ma questi non saranno quelli che lo faranno ingrassare.”

Lucia ringraziò la madre di quella pronta e liberale condiscendenza, con una gratitudine, con un affetto, da far capire a chi l’avesse osservata, che il suo cuore faceva ancora a mezzo con Renzo, forse più che lei medesima non lo credesse.

“E senza di te, che farò io povera donna?” disse Agnese, piangendo anch’essa.

“E io senza di voi, povera mamma? e in casa di forestieri? e laggiù in quel Milano...! Ma il Signore sarà con tutt’e due; e poi ci farà tornare insieme. Tra otto o nove mesi ci rivedremo; e di qui allora, e anche prima, spero, avrà accomodate le cose Lui, per riunirci. Lasciamo fare a Lui. La chiederò sempre sempre alla Madonna questa grazia. Se avessi qualche altra cosa da offrirle, lo farei; ma è tanto misericordiosa, che me l’otterrà per niente.”

Con queste ed altre simili, e più volte ripetute parole di lamento e di conforto, di rammarico e di rassegnazione, con molte raccomandazioni e promesse di non dir nulla, con molte lacrime, dopo lunghi e rinnovati abbracciamenti, le donne si separarono, promettendosi a vicenda di rivedersi il prossimo autunno, al più tardi; come se il mantenere dipendesse da loro, e come però si fa sempre in casi simili.

Intanto cominciò a passar molto tempo senza che Agnese potesse saper nulla di Renzo. Nè lettere nè imbasciate da parte di lui, non ne veniva: di tutti quelli del paese, o del contorno, a cui potè domandare, nessuno ne sapeva più di lei.

E non era la sola che facesse invano una tal ricerca: il cardinal Federigo, che non aveva detto per cerimonia alle povere donne, di voler prendere informazioni del povero giovine, aveva infatti scritto subito per averne. Tornato poi dalla visita a Milano, aveva ricevuto la risposta in cui gli si diceva che non s’era potuto trovar recapito