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g. b. della porta e g. grataroli 61

era patrimonio acquisito ed indiscusso degli antichi, e non giura in verba magistri, s’occupa anzi di demolire completamente il sistema di Platone, quello cioè di conoscere i costumi dell’uomo per la somiglianza del corpo degli animali. “Questo modo poi non l’approviamo per vero, perchè vana e sciocca cosa è l’immaginarsi che si possa trovare alcun uomo che abbia tutto il suo corpo somigliante a quello dell’animale„. Egli farà conoscere che non è per esser digiuno di conoscenze geologiche che non ammette la teorica platonica, e con grande erudizione espone un vero trattato di geologia. Similmente nel capitolo successivo “contro Troja il qual congetturava da diverse configurazioni del Cielo venir diversi costumi„ espone, ampiamente, osservazioni degli autori e proprie intorno all’azione dell’ambiente fisico sulla natura dell’uomo, sviluppando una vera teorica dell’adattamento. Documenta con un amore di verità eccezionale il proprio asserto con figure disegnate dal vero, certo sottostando a spese e fatiche non indifferenti.

Per esempio, ha un disegno di un leopardo, del quale è detto: “Con gran fatica abbiamo mandato a torre da Fiorenza il ritratto del leopardo, nè avendolo a soddisfazione, l’abbiam fatto ritrarre dal vivo qui in Napoli condottovi l’anno 1584„, e così per il leone “abbiamo portato qui sotto la forma del leone, la quale abbiamo delineata dal vivo, da alcuni condotti qui in Napoli„.