Non vedi ch’ella è sì languida, e grama, Che appena è nota al Berti Spinettaio, Che di Bottega sua spesso ti chiama?315 E forse è nota a qualche nobil paio, Come farebbe il Raschi, e l’Arfesini, A cui tu pesti l’acqua nel mortaio.318 Oh reo Venturi! Oh reo Lagomarsini! E come ardiste di citar Coloro, Che venerate quali Eroi Divini;321 Quali voi foste del lor Concistoro? Io dico il Muratori, e l’Averani, Ed il Maffei, e l’Altro, che il lavoro324 Del nuovo Calepino ebbe alle mani? Che se in pensar fossero a voi simili, Gli stimerei da men de’ Pelacani.327 Nè tal paventeria lor fogli e stili, Che ad agitar di quei l’etate estrema, E il timor ch’han di non morire umili:330 Sa cuore e braccio aver, che nulla tema: Che tutto assalti: che vibri armi, e lampi: E ne faccia che’l reo sospiri, e gema:333 E che non trovi più ripari e scampi: A guisa di saetta, che giù piomba, Ed urta, e frange ostacoli, ed inciampi,336 E spaventa, e fa strage, e ne rimbomba Per l’aere nero, e per gli eccelsi monti, E piani, valli, fa degli uomini tomba.339 Ma come teco ardisci dir congionti Il Muratori, ed il Maffei? che adorni Vanno d’alloro le canute Fronti.342 Se tu l’hai sol di ramolacci, e corni, Orrida, & irta: e sai dir Musa appena Del tuo Alvaro stando infra i contorni?345 E solo sazio sei di loglio, e vena, Che porge il pedantesco magistero: Onde come con lor monti in iscena?348 Ma quello ch’è per te gran vitupero, E’ che gli biasmi, allor che ne condanni, Chi di Scienze ha seco un stuolo intero.351 Perchè essi l’hanno: e tu vorresti i danni Tuoi proprj far comuni, e però dici, Che a più dottrine uom non ispieghi i vanni.354 Senti: un giorno la Volpe in tai pendici Silvestri, e folte d’arbori, e di spine, Trovossi spinta, che più dì felici357