Pagina:Hymnus in Romam.djvu/91

INNO A ROMA





LE FAVISSE


     Intanto, quali in una torba sera
fuggon le nubi d’ogni parte e vanno,
gemendo, spinte qua e là dai venti,
tali gli dei cacciati dai lor templi
empìan notturni il cielo di querele.
E di quei templi l’umide cisterne,
sin le favisse sotto il Campidoglio,
fervean d’un cupo murmure. Chè i molti
idoli sacri, l’uno dopo l’altro,
vi discendeano. E Venere, la vita,
vedea la prima volta ora i vetusti
lupi e cignali, e là pur mo’ gettata
schifìa Minerva i rozzi cippi e il vano

— 81 —