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osa • — 9» — può mai volere? — Detto questo rafforzò a chiave la porta, e discese per andare a parlare con Nicolò sotto il peristilio.

— Mio degno signor Pasquale, disse Nicolò movendosi' verso lui e salutandolo garbatamente, io son ben fortunato di poter fare la vostra conoscenza! Non vi so dire gli obblighi che ho con voi! Dopo che i Romani vi videro al mio teatro, voi sommo stimatore delle arti, il primo dei Virtuosi, le mie rendite e la mia riputazione sono cresciute del doppio. Se non che sono mortificato che alcuni ribaldi v: abbiano assalilo lungo la strada al vostro ritorno. Per carità, signor Pasquale non portate rancore al mio teatro in grazia di questo accidente, che io maledico convoi, nè mi private di un’ altra visita.

— .Mio buon signor Nicolò, rispose Pasquale ringalluzzandosi, siate sicuro che non ebbi mai tanto piacere come al vostro teatro. Il Formica e l’ Agli sono commedianti che non hanno pari. Ma lo spavento, che mi ridusse quasi a morire me e lo Splcndiano, non mi è potuto ancora passare; e se non mi ha fatto abborrire dal vostro teatro, abborro dalla strada ch