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36 — • # S r % ni, che appena sono avvertiti di qualche leggiera somiglianza di volto con un gran maestro portano la barba e i capelli alla medesima foggia, dandosi a credere d’ esr sere stati chiamati ad imitare il suo fare.

— Ma io vi dico, e mel potete credere, che onorai nelle vostre pitture 1* orma del genio divino che segnò i celesti campi a Raffaello. Voi intendete il gran maestro e non mi rispondete come Vèlasquez, che richiesto da me quel che pensava dello Sanzio mi disse: — Tiziano è il più gran maestro,* e Raffaello non s’ intende di carnagione. In cotesto Spagnuolo vi è la carne e non la parola, eppure gli accademici di S. Luca lo levano alle stelle’ perchè dipinse una volta delle cerase che i passerotti andarono a beccare.

Accadde che alcuni giorni dopo gli accademici di S. Luca, si radunarono nella lor chiesa per dar giudizio delle opere dei candidati che si presentavano. Salvatore aveva fatto esporre nella chiesa il bel quadro dello Scacciati. Balzò agli occhi di tutti il vigore e la grazia di quella pittura, ed applausi di meraviglia sorsero da tutte le parti quando Salva\

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