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5 - de arista, prostrato quasi senza vita; egli è spacciato se la mia arte noi campa 1 ma ditemi, da quanto tempo è in casa vo.tra? Tiene con sè molti bei quadri?

— Caip dottore, replicò Caterina, non soprajgiunse che. questa notte; e in quantp a quadri io non ne so nulla; se non che laggiù ha lasciato una gran cassa, che mentre era ancora in-sè mi raccomandò d guardare tcon ogni sorta di sollecitudine. Può essere che vi siano dentro delle belle pitture che avrà fatto a Napoli. — Era una bugia, ma noi in-, tenderemo dappoi le ragioni che gliela fecero fare.

Ben, bene, disse il dottore, e stropicciandosi la barba con un sorriso, s’ accostò al letto con tutta quella gravità che gli permettevano la sua lunga spada che dava dentro per le scranne e per le tavole. Toccò i polsi all’ ammalato, e sbuffando nominò in Greco ed in Latino cento malattie che Salvatore non aveva, poi un altro gran numero che avrebbe potuto avere, e • conchiuse che non saprebbe battezzare sui due piedi l’ infermità del pittore) ma che ira poco gli