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rono in quel dispiacere, che non ammette conforto, né riceve moderatione.

Doppo di questo con un longo, e prudentissimo discorso, avvertì il nuovo Re di molte cose appartenenti al buon governo del Regno, et affettuosamente [Dà alcuni avvertimenti al Re di lei successore.] gli raccomandò la Regina sua Madre, gli amici, e tutti i sudditi da essa tenacemente amati; e con questo se ne ritornò nella medesima stanza, di dove era uscita, lasciando tutto il Popolo fra le tenebre della confusione, e del ramarico, mentre perdeva quel sole, che con benefici suoi splendori l’haveva tanto tempo governato.

Due hore doppo fu condotto il Principe Palatino nella Catedrale dell’Arcivescovo d’Upsalia, ove fu onto Re, e ricevette le insegne Reali, e’l giorno seguente gli fu prestato il giuramento solenne da tutti quattro gli ordini del Regno.

[Vien il Principe Palatino onto Re di Svevia] In queste funtioni furono sparse diverse monete d’oro, d’argento, tanto dalla Regina, quanto dal Re. Quelle del Re eran con l’effigie di lui, e lettere Carolus Gustavus, da una parte, e dall’altra una Corona Reale con lettere, che dicevano A Deo, et Christina. Quelle della Regina havevano la di lei imagine da una parte, e dall’altra una Corona con lettere, Et sine Te.

Il giorno doppo prestato al Re da gli stati il solito giuramento di fedeltà, la Regina visitata, e riverita da tutti partì da Upsalia verso Stocholm. Il Re l’accompagnò sin al Casale di Merstad, che sta a meza strada;