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Libro Primo 19

gar le vele verso Lubecca, andò a pigliar l’ultimo comiato dalla Regina, che gli consegnò una lettera [Domanda che siano inviati due Padri di essa Compagnia.] di credenza scritta, e sottoscritta di propria mano diretta al Generale della compagnia di Giesù, ch’era all’hora il Padre Francesco Piccolomini.

Terminò il Padre Macedo le sue espressioni, col supplicarla humilmente a dar effetto alle sue sante inspirationi. A questo punto ella rispose, che se havesse conosciuto esser la Religione Romana la buona, l’havrebbe abbracciata, che facesse pur venir i due Padri richiestigli, con i quali potesse liberamente trattare senza sospetto, che nel resto gli raccommandava di nuovo il secreto, e la prestezza.

Licentiatosi il Padre uscì dalla porta per di dietro al Palazzo, che riguarda il Mare, e sopra una felluca passò ad un scoglio, dove stette la notte, poiché non poteva arrivare al vascello di giorno. Il dì seguente trovossi a Balem, dove era già capitato uno spedito dalla Regina ad instanza dell’Ambasciatore sopradetto, per farlo arrestare prigione; ma come questi teneva secreto ordine da Sua Maestà di lasciarlo andare se lo trovasse, dissimulò di non haverlo trovato, onde egli montò a cavallo, e ritornò a Stocholm, e l’altro entrò in nave, e s’aviò a Lubecca il secondo Settembre, dove gionse dodici giorni doppo la sua partenza.

L’Ambasciatore publicò subito il Padre per un tristo nell’esser fuggito con tanta infedeltà, & altri divolgarono, che s’era fatto Luterano, col prender mo-