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Doppo fu richiesta se gli fosse piaciuto di sentire i Professori delle lingue; onde dimostrandosene ella bramosa, salirono l’un dietro all’altro in Cattedra diversi di quei Professori, sodifacendo pienamente a genio di Sua Maestà. Il primo fu il Signor Gio. Battista Giona Galileo, ch’esplicò in lingua Hebraica un passo della Genesi. Il secondo il Signor Guglielmo Artio, che discorse della Filosofia in idioma Greco. Il terzo il Signor Abramo Ecchlensio, che in lingua Siriaca spiegò alcuni punti della institutione della medesima. Il quarto il Padre Don Filippo Guadagnolo Chierico Regolare Minore, il quale argomentò in lingua Arabica, e Caldea contro alcuni punti dell’Alcorano di Maometto. Terminatosi questo Regio trattenimento gli Avocati Concistoriali gli presentorno in cento, e dodici volumi le opere stampate de Lettori del medesimo Studio sì di quelli, che vivono di presente, come di quelli che son morti di fresco, li quali volumi erano tutti riccamente legati in oro con l’arme di Sua Maestà. Gli fu consegnato ancora un Cattalogo stampato delle opere sudette con un elogio composto dal Conte Carlo Emanuele Vizzani uno degli Avocati Concistoriali Bolognese soggetto insigne. Terminandosi in tal modo la visita, con straordinaria sodisfattione di lei, per lo nutrimento, che col suo raro intelletto haveva trovato nelle doti di soggetti tanto eminenti. Restando pur anche questa gran Principessa ammirata sì della varia, e soda litteratura, e dottrina, come delle altre